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Lavoro: una decontribuzione del 50% sui neoassunti?

lentepubblica.it • 18 Agosto 2017

contribuzione volontariaLa misura principale all’interno della prossima legge di bilancio consisterà in un taglio il costo del lavoro per le assunzioni dei giovani. Parola di Enrico Morando, il viceministro all’Economia.


 

Secondo Morando la misura dovrebbe essere rivolta a introdurre una forte decontribuzione, pari al 50% degli oneri contributivi, per i neoassunti giovani. Una decontribuzione che dovrebbe essere strutturale e, cioè, dovrebbe riguardare tutti i neoassunti con meno di 32 anni dal 2018 in poi in modo da abbassare il cuneo fiscale e rendere più competitivo il costo del lavoro per i primi due o tre anni dall’assunzione. La misura non dovrebbe avere alcun impatto sulla pensione dato che l’aliquota di computo della prestazioni previdenziali resterebbe pari al 33% dell’imponibile. Le platee coinvolte saranno, comunque, ufficializzate solo ad ottobre dopo la nota di aggiornamento al DEF che avrà fatto chiarezza sulle risorse messe a disposizione.

 

All’interno della prossima legge di bilancio l’esecutivo dovrebbe inserire anche un mix di misure aggiuntive sulle politiche attive e sulle pensioni, in esito al confronto con i sindacati previsto tra la fine di Agosto ed i primi di settembre. Sulle pensioni la novità più significativa è l’assegno di garanzia con la previsione di un reddito minimo ed alcuni ritocchi sul contributivo per agevolare le uscite, poi il rilancio della previdenza complementare. Ma allo studio c’è anche una estensione dell’APe sociale, il sussidio di accompagnamento alla pensione, rivolto alle categorie più deboli che abbiano raggiunto 63 anni. In particolare sul tavolo c’è la richiesta dei sindacati di ampliare le categorie beneficiarie (soprattutto riguardo ai disoccupati) ed un irrobustimento delle risorse a disposizione per evitare che qualcuno resti a secco, soprattutto il prossimo anno. Per le donne si punta ad una riduzione dei requisiti contributivi minimi richiesti per l’ape sociale e, più in generale, il riconoscimento del lavoro di cura ai fini previdenziali (l’ipotesi è di un anno di contribuzione per ogni figlio). Poi c’è la questione della speranza di vita con i sindacati che ne chiedono uno stop generalizzato dal 2019 ma il Governo ha già fatto intendere che al massimo si potrà discutere di un congelamento temporaneo, al pari di quanto previsto in tema di lavori usuranti, solo per i lavori gravosi, in quanto si metterebbe altrimenti in discussione un punto centrale delle Riforme previdenziali degli ultimi anni.

 

Fonte: Pensioni Oggi (www.pensionioggi.it) - articolo di Davide Grasso
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