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Polemica su caccia nei Parchi: lo sfogo di Legambiente

lentepubblica.it • 11 Settembre 2015

CacciatoreSulla rete sta girando una notizia falsa costruita ad arte dalla LAV, che ci lascia molto perplessi per i toni e le argomentazioni utilizzate, in cui veniamo accusati di voler aprire la caccia nei Parchi.

 

Per sostenere questa assurda accusa, la LAV ha utilizzato il dibattito tenutosi domenica scorsa 6 settembre all’interno della Festa nazionale dell’Unità a Milano nel quale, con Federparchi, Arcicaccia e Federcaccia abbiamo discusso di alcune iniziative per la tutela della fauna.

 

Siccome tutta la discussione è stata registrata da La Nuova Ecologia, è facilmente verificabile come le accuse della LAV siano false e che mai e poi mai Legambiente si sognerebbe di fare un’alleanza per aprire la caccia nei parchi.

 

Non è un segreto che Legambiente discuta di questi argomenti anche con il mondo venatorio, e non è certo una notizia che ne discuta pubblicamente ed alla luce del sole. Non abbiamo nulla da nascondere e discutiamo con tutti i portatori di interessi, cacciatori compresi.

 

Il dibattito è stato un utile momento di confronto su temi anche a carattere scientifico che, oltre ai partecipanti, vede l’interesse di Ispra, Università e mondo della ricerca con i quali nel marzo del 2014 si è sottoscritto un protocollo di lavoro che ricalca nel nostro Paese quanto già fatto a livello internazionale da Birdlife international – FACE; Commissione EU – CIC – COPA COGECA – ELO – EUROPARC – FACE – Reindeer Herders – IUCN – WWF.

 

Questo protocollo, dal punto di vista operativo, ci permette di lavorare con la Federparchi e con altri soggetti ai seguenti progetti:

 

1) la tutela dell’Orso marsicano in Abruzzo, di cui è responsabile Federparchi;

 

2) banca dati su ungulati e danni da fauna, di cui è responsabile Ispra;

 

3) la valorizzare e la vendita delle carni, attualmente svolta in maniera illegale, degli ungulati abbattuti nelle aree di caccia  di cui è responsabile l’Università di Pollenzo-Slow Food;

 

4) esempi di governance della fauna di altri Paesi europei, di cui è responsabile l’Università di Napoli;

 

5) contrasto alla vendita illegale di fauna selvatica, di cui è responsabile l’Osservatorio sulle agromafie di Coldiretti.

 

In questi progetti Legambiente è direttamente coinvolta solo in quello dell’Ispra (Banca dati nazionale Ungulati e danni da fauna).

 

Rispetto agli altri progetti nessun aspetto specifico è concordato, se non la condivisione della loro utilità e la verifica della coerenza con gli indirizzi di conservazione della natura approvati dai principali organismi internazionali (IUCN, CBD, ecc) e nazionali (Ministero Ambiente e ISPRA).

 

Questi i fatti, ogni altra affermazione è destituita di fondamento.

Fonte: Legambiente
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