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Sviluppo Urbano Sostenibile: l’analisi dell’Osservatorio IFEL-ANCI

lentepubblica.it • 25 Luglio 2016

spazio urbanoL’Osservatorio sulle politiche di coesione, istituito presso il Dipartimento Fondi Ue e investimenti territoriali di Ifel in collaborazione con Anci, è attivo sul monitoraggio periodico della programmazione operativa nazionale e regionale dei fondi Ue e prosegue la sua attività di approfondimento delle opportunità di investimento per gli enti locali. Un’importante area di analisi riguarda i cosiddetti strumenti finanziari (nel vecchio ciclo cosiddetti strumenti di ingegneria finanziaria), cofinanziati dai fondi strutturali 2014-2020 e sul ruolo che essi possono svolgere a supporto degli interventi di sviluppo urbano sostenibile. Sotto osservazione della “Comunità professionale” di esperti di settore, con i quali Ifel ha avviato una interlocuzione tecnica sistematica, è oggi il quadro regolamentare e programmatorio (soprattutto regionale) che è ancora in divenire.

 

Le indicazioni della Commissione europea per il ciclo 2014-2020

 

Per il ciclo 2014-2020 la Commissione europea ha invitato gli Stati membri a raddoppiare gli investimenti a titolo dei fondi strutturali e d’investimento europei (d’ora in avanti fondi SIE) attraverso strumenti finanziari quali prestiti, capitale proprio e garanzie, sottolineando la loro capacità di mobilitare capitali privati. In questo ciclo di programmazione, la Commissione europea ha avviato 5 strumenti di ingegneria finanziaria (SIF), di cui i due più recenti per stimolare gli investimenti nelle start-up e per lo Sviluppo urbano sostenibile.

 

Caratteristiche generali SIF 2014-2020

 

Il quadro di riferimento offerto dalla Commissione europea per i fondi Sie per il periodo 2014-2020 garantisce più flessibilità, chiarezza e possibilità di utilizzare gli strumenti finanziari e i nuovi Regolamenti prevedono l’uso dei Sif in relazione a tutti gli Obiettivi tematici coperti dai Programmi Operativi (riconducibili alla crescita sostenibile, intelligente e inclusiva dell’Ue) e a tutti i Fondi (non solo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), dunque ma anche Fondo Sociale Europeo (FSE), Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo rurale (FEASR)).  Rispetto al ciclo 2007-2013, l’uso degli Strumenti finanziari è stato esteso così ad altri settori di investimento che comprendono l’efficienza energetica e delle risorse, le tecnologie digitali, i trasporti sostenibili, la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione.  Nel periodo 2014-2020 oltre 20 miliardi di EUR dei fondi SIE sono destinati ad essere utilizzati attraverso strumenti finanziari.

 

Il nuovo strumento finanziario standardizzato per gli investimenti in ambito urbano

 

L’11 luglio scorso la Commissione europea ha elaborato un nuovo strumento finanziario “standardizzato”, ossia “pronto all’uso”, per gli investimenti dei fondi SIE in ambito urbano, con lo scopo di agevolarne l’utilizzo da parte dei promotori di progetti di sviluppo urbano. Ciò sulla scorta dell’esperienza 2007-2013 dei SIF applicati agli investimenti nello sviluppo urbano sostenibile, con il cosiddetto Fondo JESSICA che promuoveva l’utilizzo rotativo dei fondi Ue per progetti di investimento in ambito urbano. Per strumenti finanziari standardizzati, la Commissione Europea intende strumenti per i quali termini e condizioni sono predefiniti in un Atto di esecuzione della Commissione. Rispetto ai Fondi di Sviluppo urbano 2014-2020, la Commissione ha integrato il Regolamento di esecuzione 964/2014 (http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docoffic/2014/prop_fi_urban_dev_annexe_en.pdf) che già disciplinava termini e condizioni generali degli strumenti di ingegneria finanziaria. Condizioni e termini indicati dal regolamento riguardano aspetti diversi della strutturazione e del funzionamento del Fondo di sviluppo urbano: l’approccio “revolving” da parte dell’Autorità di gestione del Programma Operativo; la politica dei prezzi da parte dell’Intermediario finanziario; le regole sulla ripartizione dei rischi, le caratteristiche del “prodotto” destinato al beneficiario finale (ovvero il promotore del progetto di sviluppo urbano).  La standardizzazione proposta semplificherà la fase di implementazione (ad esempio, alcuni contenuti degli accordi fra le parti, cioè Autorità di gestione, Intermediari finanziari, Beneficiari finali); ferma restando, nella fase di strutturazione del Fondo rotativo dentro il Por, la necessità di una rigorosa valutazione ex ante da parte delle Autorità di Gestione regionali sui fabbisogni del territorio e sulle situazioni di fallimento di mercato o di settori di investimento sotto-utilizzati.

 

Obiettivi e impatto stimato dalla Commissione Europea per i nuovi Fondi di sviluppo urbano

 

Dal punto di vista della Commissione Europea, gli Strumenti finanziari “standardizzati” in ambito urbano condividono l’obiettivo generale delle regole proposte per il ciclo 2014-2020, ossia incrementare il ricorso al sostegno finanziario rotativo in luogo del contributo a fondo perduto ed attrarre risorse private per il finanziamento degli investimenti pubblici.  I nuovi Fondi per lo sviluppo urbano potranno arrivare ad un investimento totale di 20 milioni di Eur per progetto. Il sostegno assumerà la forma di un fondo di credito gestito da un intermediario finanziario con risorse dei fondi Sie e un contributo di almeno il 30% proveniente da capitali privati.  La Pa, che vedrà il proprio progetto finanziato dal fondo, avrà inoltre la possibilità di “sfruttare” le competenze in campo finanziario del Gruppo BEI e di altri intermediari finanziari, oltre all’Assistenza tecnica di volta in volta attivata dalle Autorità di gestione che inseriscono gli Strumenti finanziari nei loro Po.  Si segnala a questo proposito la piattaforma online “FI-compass” (https://www.fi-compass.eu/) che offre informazioni pratiche e strumenti di apprendimento in tema di strumenti finanziari.

Fonte: ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani - articolo di Chiara Del Fante e Simona Elmo
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