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Progetto “Floranet Life” per la salvaguardia e valorizzazione di specie vegetali

lentepubblica.it • 19 Luglio 2016

progetto floranet lifeLe azioni: conservazione in situ, riduzione dell’impatto turistico e campagna di sensibilizzazione. Legambiente tra i partner del progetto insieme al Parco Nazionale della Majella, al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, al Parco Naturale Regionale Sirente Velino e all’Università di Camerino.

 

Partirà oggi il progetto Floranet Life per la tutela ed il miglioramento dello stato di conservazione di sette specie vegetali rare ed in pericolo di estinzione in tutto l’Appennino, presenti nella Direttiva Habitat (92/43/CEE). I lavori si svolgeranno all’interno delle aree Natura 2000 dei tre Parchi dell’Appennino centrale (Majella, Abruzzo, Sirente Velino) e le specie, di interesse comunitario, al centro del progetto saranno: “Scarpetta di Venere” (Cypripedium calceolus); “Adonide Ricurva” (Adonis distorta); “Androsace di Matilde” (Androsace mathildae); “Giaggiolo della Marsica” (Iris marsica); “Astragalo Aquilano” (Astragalus aquilanus); “Serratula”con foglie di erba-sega (Klasea lycopifolia); “Senecione” dell’isola di Gotland (Jacobaea vulgaris subsp.gotlandica).

 

Floranet Life è stato cofinanziato tramite lo strumento LIFE della Commissione Europea. Legambiente, che curerà gli aspetti di divulgazione e comunicazione, è tra i partner del progetto insieme al Parco Nazionale della Majella (capofila); al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, al Parco Naturale Regionale Sirente Velino e all’Università di Camerino. “L’iniziativa – dichiara Oremo Di Nino, direttore del Parco Nazionale della Majella (capofila) e responsabile del progetto – rappresenta un concreto passo per la salvaguardia della biodiversità vegetale in Abruzzo, regione verde d’Europa. Si tratta del primo progetto life sulle specie vegetali di Direttiva, oggetto di programmi di tutela e di studio e monitoraggio, da parte di tutti i partner, che si svolge all’interno dell’Appennino abruzzese”.

 

Secondo Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente “il progetto nasce con l’idea di realizzare una grande azione di rete tra le aree protette interessate dell’Appennino, il cui intento è anche quello di ribadire la ricchezza di biodiversità di questo territorio, nonché la capacità dei parchi di raggiungere obiettivi e strategie comuni per la conservazione della biodiversità”. Tra le azioni previste dal progetto: la conservazione in situ; la riduzione dell’impatto turistico e la campagna di sensibilizzazione. La conservazione in situ (“conservare nel proprio ambiente”) comprende, in particolare, la protezione ed il rinforzo delle popolazioni esistenti minacciate dalle attività umane, dall’evoluzione spontanea della vegetazione naturale o dalla sempre crescente abbondanza di animali selvatici. In particolare, si prevede la protezione e l’aumento dei popolamenti delle specie (sia aumentando il numero di individui nelle stazioni esistenti che con la creazione di nuove stazioni) all’interno del Parco Nazionale della Majella, nel Parco Regionale Sirente-Velino e nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per mezzo di tecniche di ecologia di restauro, con la produzione di propaguli coltivati “ex situ” (in ambiente artificiale).

 

Saranno effettuate le analisi dei processi di germinazione del germoplasma (i semi) delle specie bersaglio, raccolti nei vari siti inclusi nei parchi della regione Abruzzo e l’ambiente circostante. Per mezzo della banca dei semi, la propagazione in vivaio e la coltivazione nei giardini botanici, saranno rinforzate le popolazioni dei siti dove sono scarse e per crearne delle nuove. Proprio per realizzare questo importante punto del progetto, i partner hanno deciso di iniziare il progetto in piena estate, per sfruttare a pieno la stagione vegetativa e quindi per iniziare ad effettuare la stima delle popolazioni e raccogliere semi e propaguli per le attività di riproduzione ex situ, procedimento importante per effettuare il rinforzo dei popolamenti naturali con nuovi individui, geneticamente affini ai popolamenti che si vogliono potenziare.

 

Altro punto del progetto, è la riduzione dell’impatto del turismo sulle specie target riorganizzando i flussi turistici in prossimità dei siti di crescita e dove ci potrebbero essere problemi causati dalla presenza di sentieri, strade ed itinerari a cavallo. Sarà realizzata anche una campagna di sensibilizzazione per aumentare, tra la popolazione locale ed i visitatori dei parchi, la consapevolezza dell’importanza della conservazione delle specie. Prevista un’azione di sensibilizzazione anche in rete e convegni internazionali per divulgare il messaggio anche a livello europeo. Particolare importanza sarà data alla formazione nelle scuole, realizzando delle aiuole didattiche nelle quali saranno presenti le specie interessate dal progetto.

Fonte: Legambiente
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