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Sostegno all’Inclusione Attiva: via a Settembre, il modulo per fare domanda

lentepubblica.it • 31 Agosto 2016

SIA-sostegno-inclusione-attivaVia libera dell’Inps al modulo di domanda per fruire del nuovo SIA, il sostegno contro la povertà previsto con l’ultima legge di stabilita’. Domande al via dal prossimo 2 Settembre presso il Comune di residenza.

 

L’Inps ha aggiornato il modello e il modulo di dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che i cittadini dovranno compilare e consegnare al Comune di residenza per ottenere il nuovo sostegno per l’inclusione attiva che, come noto, partirà dal prossimo 2 settembre. Il modulo di domanda, può essere ritirato presso il Comune di residenza, ed è altresì scaricabile dal portale dell’Istituto e dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Con la misura prevista nella legge di stabilita’ per il 2016 le famiglie disagiate nelle quali siano presenti persone minorenni, figli disabili o una donna in stato di gravidanza accertata potranno conseguire una Carta (denominata Carta Sia) con la quale effettuare acquisti di prima necessità come è avvenuto in passato nel progetto sperimentale che ha riguardato le 12 città più popolose d’Italia. Nello specifico la Carta elettronica di pagamento SIA sarà inviata ai beneficiari da Poste Italiane a seguito della verifica dei requisiti e dopo che l’INPS avrà dato disposizioni di accredito. Con la Carta si possono effettuare acquisti in tutti i supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie abilitati al circuito Mastercard. E può anche essere utilizzata presso gli uffici postali per pagare le bollette elettriche e del gas oltre ad attribuire il diritto a sconti nei negozi convenzionati. Completamente gratuita, funziona come una normale carta di pagamento elettronica con la differenza che le spese, anziché essere addebitate al titolare della Carta, sono saldate direttamente dallo Stato.

 

Il rilascio della Carta SIA, che ha una durata massima di un anno e viene ricaricata (ogni bimestre) con 80 euro al mese per ciascun componente del nucleo familiare (sino ad un massimo di 400 euro), è subordinata all’adesione ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa che viene predisposto dai servizi sociali del Comune , in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e le scuole, nonché con soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti non profit. Il progetto coinvolge tutti i componenti del nucleo familiare e prevede specifici impegni per adulti e bambini, che vengono individuati sulla base di una valutazione globale delle problematiche e dei bisogni. Le attività possono riguardare i contatti con i servizi, la ricerca attiva di lavoro, l’adesione a progetti di formazione, la frequenza e l’impegno scolastico, la prevenzione e la tutela della salute. L’obiettivo è aiutare le famiglie a superare la condizione di povertà e riconquistare gradualmente l’autonomia.

 

I requisiti. Stringenti le condizioni da soddisfare che in buona parte sono mutuate dalla sperimentazione pregressa. In primo luogo il richiedente (componente del nucleo familiare) deve essere cittadino italiano o comunitario (ovvero familiare di cittadino italiano o comunitario titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente ovvero cittadino straniero in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo) nonchè risultare residente in Italia da almeno due anni (al momento della presentazione della domanda). Inoltre nessun componente del nucleo nucleo familiare deve risultare in possesso di autoveicoli immatricolati la prima volta nei dodici mesi antecedenti la richiesta nè di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.300 cc (250 cc in caso di motoveicoli) immatricolati la prima volta nei 3 anni precedenti la richiesta.

 

Nel nucleo familiare deve inoltre essere verificata la presenza in alternativa: a) di un componente di età minore di 18 anni; b) di una persona con disabilità e di almeno un suo genitore; c) di una donna in stato di gravidanza accertata. Il beneficiario non deve essere titolare di un ISEE superiore a 3.000 euro o godere di altri eventuali trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria o assistenziale a qualunque titolo concesso dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni superiori a 600 euro mensili (il sostegno dovrebbe essere quindi compatibile con buona parte delle prestazioni di invalidità civile); infine nessun componente il nucleo può risultare titolare di prestazioni di assicurazione sociale per l’impiego (NASpI), assegno di disoccupazione (ASDI), altro ammortizzatore sociale di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria o del SIA sperimentale (ove la sperimentazione non si sia ancora conclusa).

 

Da segnalare che per il diritto al sostegno si dovrà rispettare anche un indicatore denominato valutazione multidimensionale del bisogno, parametro riferito alle condizioni del nucleo familiare al momento della presentazione della domanda, il cui valore deve essere superiore o uguale a 45. Questo punteggio viene stabilito a seconda della consistenza del carico familiare (se ci sono più figli minori o soggetti con disabilità grave il punteggio è superiore), della condizione economica (il punteggio sale quanto più basso risulta l’ISEE) e della condizione lavorativa (il punteggio è più elevato ove tutti i componenti del nucleo familiare in età attiva si trovino in stato di disoccupazione).

 

Dall’ammontare del beneficio vengono dedotte eventuali somme erogate ai titolari di altre misure di sostegno al reddito (Carta acquisti ordinaria, incremento del Bonus bebé). Per le famiglie che soddisfano i requisiti per accedere all’Assegno per il nucleo familiare con almeno tre figli minori, il beneficio sarà corrispondentemente ridotto a prescindere dall’effettiva richiesta dell’assegno.

 

La procedura. Per l’accesso al sostegno i cittadini devono presentare domanda, dal 2 settembre, direttamente al Comune di residenza presentando il modulo allegato al messaggio inps 3322/2016 (sotto disponibile) che, successivamente, provvederà ad inoltrarla all’INPS, ai fini della verifica automatica delle condizioni previste dalla normativa (ISEE, presenza di eventuali altre prestazioni di natura assistenziale, situazione lavorativa) necessarie per la disposizione dei benefici economici, ove spettanti, che saranno erogati dal Gestore del servizio attraverso una carta precaricata. In caso di reiezione della domanda per mancato possesso dei requisiti richiesti, il cittadino potrà recarsi direttamente presso il proprio Comune (quello a cui ha presentato la domanda e dal quale ha ricevuto la comunicazione di rigetto/accoglimento) per chiedere informazioni e presentare, eventualmente, una richiesta di riesame.

 

 

Fonte: Pensioni Oggi (www.pensionioggi.it) - articolo di Vittorio Spinelli
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