I rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche continuano a costituire uno dei flussi di rifiuti in più rapida crescita in tutto il mondo, anche a causa del fenomeno dell’obsolescenza programmata e della scarsa possibilità di riparazione di molti di questi apparecchi.
Dai dati Eurostat anno 2019 emerge che nei paesi UE si ricicla meno del 40% di tutti i rifiuti elettronici, mentre tutto il resto finisce nell’indifferenziato. L’Italia ha registrato una percentuale del 32,1%.
Nel piano d’azione per l’economia circolare della Commissione europea presentato a marzo 2020 sono indicate tra le priorità fondamentali la riduzione dei rifiuti elettronici ed elettrici.
La proposta definisce specificamente obiettivi immediati quali, ad esempio, il miglioramento e la promozione del riutilizzo in generale, l’introduzione di un carica-batterie standardizzato e l’istituzione di un sistema di premi per incoraggiare il riciclo dell’elettronica.
La strategia della Commissione stabilisce in particolare due punti fondamentali: il diritto all’informazione del consumatore: attraverso normative che assicurino informazioni chiare ed attendibili sulla durata di vita dei prodotti, sulla disponibilità della riparazione e dei pezzi di ricambio e sulle modalità di smaltimento finale e l’istituzione di un diritto del consumatore alla riparazione del prodotto.
In merito al riciclo e smaltimento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche ed al diritto all’informazione, si rammenta che il comparto è normato dal Decreto Legislativo 49/2014 (con i relativi decreti attuativi) stabilisce compiti e responsabilità molto chiare:
Lo smaltimento corretto dei RAEE è un’impresa comune con al centro il ruolo nevralgico delle amministrazioni comunali.
Qui, tutti i dati, Comune per Comune: https://www.raeeitalia.it/.
Forse qualcuno si spaventa perchè gli addetti prendono nota del numero di targa del veicolo …