“Non restiamo chiusi nella noce di cocco della finanza locale: possiamo avere i bilanci in ordine, ma se ci viene impedito di investire i nostri cittadini saranno comunque scontenti e non avranno servizi migliori”. Lo dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nel corso dell’assemblea straordinaria dell’Anci a Roma.
“In base a quale malsana scelta – cita ad esempio Orlando – si impedisce ai Comuni di sostituire una maestra d’asilo, pur avendo soldi e graduatorie pronte?”. Lo stesso discorso, per il sindaco, vale anche su settori “come il trasporto pubblico locale, la sanita’ e il welfare, l’emergenza abitativa”.
“Dobbiamo superare definitivamente il paradosso per cui si continuano a salvare i conti dell’Italia sulla faccia dei Comuni”. Lo afferma il delegato ANCI alla finanza locale e sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, nel corso dell’Assemblea straordinaria dell’ANCI a Roma.
Castelli aggiunge ulteriori osservazioni sulla legge elettorale, “che deve consentire di recuperare il rapporto tra cittadini, eletti e territori”, sulla riforma del Sentato, “che non sia il Senato delle Regioni ma dia la possibilita’ ai Comuni di far conoscere le reali dinamiche di cassa e competenza alla politica nazionale”.
Infine, sulle Regioni: “Serve una riforma – dice Castelli – che non renda automatici i riflessi finanziari negativi che si scaricano su Comuni nella distribuzione di fondi come quelli sulla sanita’ o sul dissesto idrogeologico”.
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“E’ arrivato il momento di insistere sull’autonomia e sul rispetto dei ruoli istituzionali”. Lo afferma il sindaco di Chieti e delegato ANCI al Personale Umberto Di Primio, nel corso dell’assemblea straordinaria dell’Anci a Roma.
Di Primio insiste in particolar modo sul fatto che “la Corte dei Conti non puo’ essere un organo di indirizzo per i Comuni. Non ci siamo mai sottratti ai controlli, ma non possiamo farci dettare dalla Corte dei Conti le linee d’azione del governo dei territori”. L’esponente dell’Anci invoca inoltre “un piano straordinario sulla casa, che rilanci gli investimenti e soprattutto dia finalmente risposta alle troppe famiglie con disagio abitativo”.
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“Troppi provvedimenti normativi assurdi ci hanno stretto in una tenaglia che ci immobilizza. E’ su questo che bisogna aprire adesso una discussione, che sia anche conflitto se le cose non cambieranno”. Lo afferma il sindaco di Lamezia terme Speranza, nel corso dell’assemblea straordinaria dell’Anci a Roma.
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“Va rimesso al centro un elemento di rottura, perche’ rischiamo oggi che venga minata la tenuta e l’autorevolezza dei Comuni”. Lo sostiene il sindaco di Imola e presidente di Anci Emilia-Romagna Daniele Manca, nel corso dell’assemblea straordinaria dell’ANCI a Roma.
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“Oggi a Milano le detrazioni sull’imposizione immobiliare valgono 108 milioni. Utilizzando la leva dello 0,8 per mille sulla Tasi possiamo arrivare al massimo a coprire 80 milioni. Dovremo utilizzare ancora la leva fiscale”.
L’allarme viene lanciato da Francesca Balzani, assessore al Bilancio di Milano, che esprime inoltre “enorme preoccupazione, dato che solo a Milano la differenza di gettito tra Imu e Tasi e’ di 100 milioni: per questo – dice – temo che le stime di 720 milioni che il Mef si e’ impegnato a coprire siano comunque insufficienti. Credo – conclude – che il governo debba darci nero su bianco la garanzia che il differenziale di gettito verra’ coperto anche nel caso in cui si rivelasse maggiore delle cifre del Tesoro”.
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“Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti dall’ANCI, ma purtroppo non si apre ancora una nuova stagione culturale e politica a favore dei Comuni”. Lo sostiene il sindaco di Potenza Vito Santarsiero, intervenendo nel corso dell’assemblea straordinaria dell’ANCI a Roma.
“Questo – dice Santarsiero – e’ un Paese che non crede nei Comuni. Dobbiamo spiegare e far finalmente capire che noi siamo un esempio virtuoso da portare in campo per lo sviluppo dell’intero Paese. E tutto questo mettendo innanzitutto in evidenza che questo e’ uno Stato che continua a spendere mentre noi risparmiamo: non si conosce ancora la destinazione di quegli 11 miliardi che negli ultimi anni abbiamo tagliato al comparto dei Comuni”.
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“Manca ancora della strada, ma ci sono le condizioni per parlare dell’inizio di un’inversione di tendenza nei rapporti con il Governo, a partire dai piccoli Comuni”. Lo afferma il coordinatore ANCI dei piccoli Comuni Mauro Guerra, intervenendo nel corso dell’Assemblea straordinaria dell’ANCI a Roma.
“Gli ultimi incontri con il governo – dice Guerra – ci hanno consentito di arrivare vicino all’obiettivo che ci poniamo da tempo, ovvero quello di portare i Comuni fuori dalla condizione di assoluta impraticabilità amministrativa in cui erano costretti, soprattutto a causa del Patto di stabilità. Proprio ieri – ricorda ancora l’esponente dell’ANCI – il governo ha acconsentito ad attivare un tavolo tecnico che verifichi la possibilità di un superamento totale del Patto per i Comuni fino a 5 mila abitanti, un risultato importantissimo ottenuto grazie all’ostinata iniziativa dell’ANCI, che ci consentirà di liberare risorse per investimenti sui territori”.
Adesso “c’è la necessità di riconfermare questo risultato, insieme alle altre misure su Giunte e Consigli comunali dei piccoli Comuni contenute nel Ddl Delrio, che ci auguriamo il Senato approvi in fretta, ridando così un minimo di dignità alle dimensioni degli organi amministrativi dei piccoli Comuni, che non costano niente e rappresentano un presidio di democrazia”.
Intanto, conclude Guerra, “lavoriamo ancora per rimuovere il limite del doppio mandato nei piccoli Comuni e per portare a un livello più accettabile il limite all’indebitamento, passato già all’8% contro il 4% degli anni scorsi
FONTE: Anci