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Benzina: manovra correttiva non deve ricadere sulle tasche dei cittadini

lentepubblica.it • 4 Febbraio 2017

benzina, novembre“Come sempre, quando il Governo non sa dove reperire rapidamente e facilmente risorse per esigenze di bilancio, si attinge dal “Pozzo di San Patrizio” delle accise sulla benzina.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

 


Un modo come un altro per determinare ricadute pesanti non solo sulle tasche dei cittadini, ma anche, in termini generali, sull’intero sistema economico.

 

Basti pensare al trasporto dei beni di consumo, che avviene per l’86% su gomma.

 

È evidente che attingere risorse dalle accise si traduce in un’operazione depressiva, con ricadute dirette ed indirette per i cittadini.

 

Complessivamente, facendo l’ipotesi che la metà dei 3,4 mld relativi all’intervento correttivo richiesto da Bruxelles dovessero essere reperiti attraverso l’aumento delle accise sui carburanti, le ricadute in termini annui ammonterebbero a circa 71 Euro a famiglia.

 

Un aggravio che, in una fase di depressione come quella che attraversa il nostro sistema economico e produttivo, determinerà una ulteriore flessione dei consumi.

 

Per questo è indispensabile non aumentare di nemmeno un centesimo le accise!

 

Il Paese non ha bisogno di nuove misure recessive. Anzi, al contrario, c’è urgente necessità di una nuova fase di slancio. Le risorse non devono e non possono essere, come sempre, reperite a danno dei cittadini: è ora di agire su altri fronti, a partire dal contrasto all’evasione fiscale e dal taglio di sprechi e abusi.

 

Siamo pronti a dar vita ad iniziative e manifestazioni se, ancora una volta, a pagare saranno le famiglie, che già troppo, in questi anni, hanno patito a causa della crisi e dei continui interventi depressivi adottati per contrastarla.

 

Fonte: Federconsumatori
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