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Bonus rinvio pensione: ecco l’ipotesi nella Manovra 2023

lentepubblica.it • 30 Novembre 2022

bonus rinvio pensioneTra le misure presenti nella bozza della Legge di Bilancio 2023, c’è anche un Bonus per il rinvio della pensione. Ecco di cosa si tratta.


Bonus rinvio pensione: come abbiamo potuto vedere, nella bozza della Legge di Bilancio 2023, è stato dato molto spazio al tema delle pensioni, soprattutto con Quota 103 e Opzione Donna.

Ma tra le misure, spicca anche il Bonus rinvio pensione, ovvero un’agevolazione per chi decide di rimanere a lavorare, nonostante abbia i requisiti per poter andare in pensione.

Vediamo di cosa si tratta.

Bonus rinvio pensione: ecco cos’è

Se sarà approvata la misura, con Quota 103 sarà possibile andare in pensione con un’età anagrafica non inferiore ai 62 anni e un’anzianità contributiva non inferiore a 41 anni.
Ma nel caso in cui il lavoratore non voglia andare in pensione e voglia rimanere a lavorare, avrà un’agevolazione da parte del datore di lavoro.

Come definito da La Repubblica, il lavoratore potrà ricevere in busta paga i contributi previdenziali che il datore di lavoro versa all’Inps, sia quelli a carico del lavoratore (9,19%) e sia quelli sull’impresa (23,8%).

In questo modo, il Bonus arriverebbe ad un 33%.

Secondo un’analisi, quindi, potrebbero arrivare 225 euro lordi al mese per i redditi bassi e a quasi 700 euro netti per i redditi da 50mila euro.
I dubbi però sono tanti, perché Palazzo Chigi sostiene che il Bonus sia solo del 10%: bisognerà capire se il 23,8% dei contributi sia a favore dell’azienda oppure del lavoratore.

Bonus rinvio pensione: cosa succede alle pensioni?

Se il lavoratore deciderà di posticipare la sua pensione, smetterà di accumulare i contributi.

Perciò, se un lavoratore raggiunge i requisiti richiesti da Quota 103 e deciderà di restare al lavoro, la sua pensione sarà “congelata” in quel preciso momento e non saranno maturati ulteriori contributi.

L’assegno futuro sarà rivalutato in automatico all’inflazione che maturerà in quel “periodo di posticipo del pensionamento”, come indicato nell’art. 52.
La platea ipotizzata è di circa 6500 lavoratori, per un costo totale di 10,4 milioni di euro.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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