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Avanza spedito Il decreto legge di riforma della PA

lentepubblica.it • 7 Agosto 2014

Dopo il via libera del Senato e della commissione Affari Costituzionali della Camera, si va avanti con estrema velocità: giovedì 7 agosto, il testo potrebbe essere già licenziato dall’Aula di Montecitorio. Le modifiche rimangono quelle approvate in Senato, dove per la mancanza di “coperture” sono saltate le misure per sbloccare i 4mila ‘Quota 96’ e per anticipare di due anni (da 70 a 68) l’uscita di prof universitari e medici.

Ormai ci siamo: il decreto di riforma della Pubblica Amministrazione è al rush finale e viaggia dritto, come confermato dal ministro della Pa Marianna Madia, verso la terza fiducia. A chiederla è stato il Governo nella serata del 6 agosto: salvo colpi di scena, dopo il via libera-lampo della commissione Affari Costituzionali della Camera, senza modifiche rispetto al testo uscito dal Senato, l’Aula di Montecitorio dovrebbe licenziare il testo nella seconda parte del 7 agosto.

Le modifiche rimangono quelle, invece, approvate in Senato, dove per la mancanza di “coperture”, sono saltate le misure che erano state introdotte a Montecitorio per sbloccare i pensionamenti, tra cui anche il via libera ai 4mila ‘Quota 96’ della scuola, e per anticipare di due anni (da 70 a 68) l’uscita di professori universitari e medici.

Questi sono i punti del decreto, capitolo per capitolo, che la Camera si appresta ad approvare nelle prossime ore:

ABOLITO TRATTENIMENTO IN SERVIZIO. Dalla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare a lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici, mentre finora la carriera poteva protrarsi ancora per due anni. La regola vale anche per i magistrati, anche se con ‘un’attenuante’: per loro lo stop scatterà solo a inizio 2016, al fine di garantire la funzionalità degli uffici giudiziari. Anche perché in magistratura gli anni extra concessi erano 5 (fino ai 75 anni).

PENSIONAMENTI D’UFFICIO A 62 ANNI. Le pubbliche amministrazioni potranno mandare a riposto i loro dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purché abbiano l’anzianità massima. Si tratta di uscite anticipate di 4 anni rispetto al limite dei 66 anni. La possibilità era già prevista, ma la ricetta viene modificata, così da facilitarne l’applicazione, includendo nella platea degli interessati anche in dirigenti. La soglia d’età non è però uguali per tutti, per i medici sale a 65 anni. Sono esclusi invece magistrati, professori universitari e primari.

TURNOVER, MILLE NUOVI VIGILI DEL FUOCO. Si passa dalle persone alle risorse, per cui le amministrazioni possono procedere ad assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014, la percentuale si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Le maglie per le entrate possono allargarsi negli enti territoriali che si mostrano “virtuosi”. Delle accelerazioni sono previste per i vigili del fuoco, con la creazione di oltre mille nuovi posti, e per le forze di polizia, per cui è previsto uno scorrimento veloce delle graduatorie, in vista di Expo 2015.

MOBILITA’ OBBLIGATORIA MA NON PER MAMME. Un dipendente pubblico potrà essere trasferito da un ufficio all’altro, nel raggio di 50 chilometri, senza previe motivazioni. Ma tutto ciò non vale per i genitori con bambini sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104. I criteri generali per la definizione della mobilità saranno decisi, ed è una novità, insieme ai sindacati. Lo stesso vale per il demansionamento: al massimo si potrà scendere di un gradino.

STOP A INCARICHI UNA VOLTA IN PENSIONE. Le modifiche introdotte nell’iter parlamentare hanno esteso la platea anche a società ed enti a controllo pubblico, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei membri degli organi elettivi di ordini professionali. Nessun cedimento sul dimezzamento di permessi e distacchi sindacali.

RAZIONALIZZAZIONE AUTHORITY, RAFFORZATE INCOMPATIBILITA’. Il dl fa ordine sul fronte Authority, resta in piedi l’ipotesi di accorpamento delle sedi, ma solo se non vengono rispettati i nuovi vincoli: il 70% del personale deve essere concentrato nel ‘quartier generale’. Ma non è solo una questione di immobili, nel mirino ci sono anche le cariche: ecco che i dirigenti usciti da Banca d’Italia, Ivass e Consob nei due anni successivi non possono ricoprire ruoli nei soggetti regolati.

RIDUZIONE DIRITTI CAMERALI, -50% MA IN 3 ANNI. I dimezzamento delle somme dovute dalle imprese alle camere di commercio ci sarà, anzi la prospettiva è l’abolizione, ma arriverà con gradualità, solo nel 2017, come richiesto da Unioncamere. Un emendamento ha infatti spalmato il taglio in tre tranche (per il 2015 -35%, per il 2016 -40%).

AGENDA PER LA SEMPLIFICAZIONI, MODULI VIAGGIANO ON LINE. Il decreto lancia il vademecum per la sburocratizzazione e, nel dettaglio, prevede moduli, uguali a livello nazionale, per l’edilizia e l’avvio di attività produttive (Scia), da pubblicati sul portale www.impresainungiorno.gov.it.

ANAC, POTERI A CANTONE. Viene allargato il campo d’azione del presidente dell’Autorità Anticorruzione, ruolo oggi ricoperto da Raffaele Cantone. La sua vigilanza sui contratti d’appalto a rischio coinvolgerà pure le concessionarie e potrà proporre commissariamenti anche nei casi in cui il procedimento penale non sia stato ancora aperto.

STRETTA ASPETTATIVE MAGISTRATI. Le toghe che ricoprono incarichi in uffici di diretta collaborazione con la Pa, pure se solo di consulenza giuridica, non possono più godere dell’aspettativa, devono quindi per forza andare fuori ruolo, posizione per cui gli spazi non sono infiniti (la durata massima è di dieci anni). La regola però non vale per coloro che hanno già incassato il ‘diritto’ all’aspettativa

FONTE: La Tecnica della Scuola.it

AUTORE: Alessandro Giuliani

decreto riforma

 

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