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Denuncia favoritismi al pronto soccorso ad un senatore: rischia il licenziamento

lentepubblica.it • 8 Maggio 2019

favoritismi-pronto-soccorso-senatoreDenuncia favoritismi al pronto soccorso ad un senatore: rischia il licenziamento. Durante il ‘passaggio’ al Pronto soccorso dell’ospedale romano, il senatore avrebbe ricevuto un trattamento privilegiato.


Una denuncia, che poi era solo una condivisione sui social di un post di una associzione. E ora Giuseppe Evangelista, dipendente del Policlinico Umberto I di Roma, rischia il licenziamento.

La notizia, di queste ore, è partita dai social e ora sta montando, complice anche la decisione del Consiglio di Disciplina di convocarlo: “C’è il rischio di licenziamento- ha raccontato Evangelista all’agenzia Dire- perché sono recidivo”. Tutto nasce il 3 aprile, quando il senatore Pd Matteo Richetti viene portato all’Umberto I in codice rosso, dopo essere stato investito da un’auto Ncc in via del Tritone.

Durante il ‘passaggio’ al Pronto soccorso dell’ospedale romano, il senatore Pd avrebbe ricevuto un trattamento privilegiato: “Diffondiamo questa testimonianza su un grave episodio accaduto al Policlino Umberto I di Roma- si legge nel post del Coordinamento cittadino sanità- emblematico del modo di gestire la Sanità Pubblica. Da una parte il triste calvario quotidiano a cui ogni cittadino ammalato è costretto a sottoporsi nella speranza di ricevere cure. Dall’altra le corsie preferenziali garantite a politici cui, magari senza nemmeno averne bisogno, vengono risparmiate le file al pronto soccorso e garantiti ricoveri in reparti di emergenza”.

Favoritismi al pronto soccorso ad un senatore, rischio di licenziamento

Questo post è stato condiviso da Evangelista, da quì l’intervento del Policlinico Umberto I: è stato convocato dal Consiglio di Disciplina il 20 maggio prossimo “per aver danneggiato l’immagine dell’Azienda Policlinico”.

Racconta Evangelista: “Ho condiviso un post del Coordinamento nel quale veniva riportata la vicenda del senatore Pd che in poco più di due ore dal suo ingresso in Pronto Soccorso è stato ricoverato in Rianimazione, per essere dimesso il giorno dopo- ha detto- mentre nella famigerata ‘piazzetta’ del Pronto soccorso i pazienti gravi stazionavano da giorni senza trovare uno straccio di posto letto in chirurgia generale”.

A complicare la posizione del dipendente è il fatto di essersi trovato già in una situazione simile: “Visto che sono recidivo, la contestazione fa capire che stavolta è molto probabile il licenziamento”.

L’illustre paziente, ha detto ancora il dipendente del Policlinico, “tempo due ore in cui è stato sottoposto ad ogni controllo, è stato subito portato in sala rossa nonostante stesse bene. Infatti il giorno dopo è stato dimesso. Abbiamo visto venire tutti, dal direttore del Policlinico a quello del Dea, poi D’Amato, Madia e Martina. Non aveva niente di particolare, ma è stato ricoverato in rianimazione. In contemporanea, c’erano diversi pazienti in attesa con patologie serie”.

Per Giuseppe Evangelista “Richetti di questa situazione si è forse reso conto fino ad un certo punto”.

E già in passato Evangelista racconta di aver vissuto una situazione simile: “Circa 2-3 anni fa- racconta- era una domenica mattina. Arriva l’ex direttore generale dell’Umberto I con una gamba rotta. Fu una vicenda fuori dal normale: nonostante il giorno, arrivarono l’equipe della sala operatoria con tanto di anestesista. La sensazione generale è che ci sia disparità, un servilismo politico”.

A dicembre 2018 intanto Evangelista ha terminato di scontare una precedente sanzione “e per darmela ci hanno messo 4-5 mesi. Questa volta, però, si devono sbrigare visto che l’1 agosto io vado in pensione…”.

Qui sotto la lettera del Policinico Umberto I.

Fonte: Agenzia DIRE (www.dire.it)
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Lucio Tamagno
Lucio Tamagno
11 Maggio 2019 12:43

L’episodio, stante al resoconto offerto è l’ennesima dimostrazione che il passo fra sudditi e cittadini è ancora lungi dall’essere compiuto, lo scandalo, a mio avviso, è l’altro, ovvero la situazione dei Pronto Soccorso in genere in tutta l’Italia perché è un problema che ormai ha diversi anni e non solo non migliora, ma sembra stia peggiorando.