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Il simbolo della sottomissione

Recordare Roberto • 4 Gennaio 2022

La nuova organizzazione sociale aveva bisogno di un simbolo, uno di quei simboli allegorici che trascende la coscienza della paura e diventi un simbolo di appartenenza al sistema, dove tutti si debbano rispecchiare e riconoscere. Un simbolo del sentimento comune, come una bandiera, un valore di posizione, che non spiega ma include.

Tutti si sentono più sollevati a condividere quell’ottusa sottomissione vestita da rassegnazione, dove a volte si nasconde e si sopprime una muta ribellione e a volte una sottomissione ciarliera, che fa sparire il senso di responsabilità, auto- illudendosi e vantandosi di una indipendenza nel voler seguire la moda imperante. Quella moda fatta di bisogni, simboli del riconoscimento sociale, diventati i veri tiranni e il dettato a cui sottomettersi, contraria alla ragione che invece obbedisce a sé stessa e quindi incompatibile con il nuovo modello sociale.

Allora la normalità è il vedere le persone che hanno una brutta aria, l’aria che gli manca, filtrata da una mascherina chirurgica o FFP2. Si, proprio l’aria, uno dei quattro elementi fondamentali, a cui hanno ristretto l’erogazione attraverso il filtraggio che allude a qualcosa di più sottile.

Eppure, una volta, appena due anni fa, fare una passeggiata all’aria aperta e respirare era la cosa a cui tutti aspiravano, quell’aria che insieme al sole erano una volta il simbolo della salute e dello stare bene fisicamente e soprattutto psichicamente. Un paradosso se pensiamo anche all’attenzione che si sta dando all’ambiente, investendo anche i miliardi del PNRR, per poi non poter respirare neanche l’aria pura per come la natura ci offre.

Una volta si diceva anche che “la libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”, mai pensando che ci sarebbe stato un giorno per cui l’aria stessa potesse diventare un privilegio.

Perfino un famoso cantante folk, Otello Profazio, cantava una famosa canzone “Qua si campa d’aria”, come per dire, che nel meridione si poteva vivere anche con niente. Ora hanno messo in dubbio anche quel niente.

Poter respirare l’aria pulita è un diritto inalienabile e per questo non è qualcosa che qualcuno può concedere, ma è qualcosa che nessuno può togliere. I diritti individuali non sono soggetti a votazione, non dipendono da una maggioranza e nessuno può alienare il proprio diritto naturale a favore di altri. Questo è un diritto che non ha neanche bisogno che qualcuno lo scriva da qualche parte. L’occidente non ha inventato i diritti umani, anche se in America nel 1948 hanno pensato di mettere nero su bianco la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, ma sono  i diritti umani che hanno inventato l’occidente.

Questo fa sì, che ognuno debba vedere come proprio dovere il far rispettare i diritti degli altri e far rispettare anche i propri, ricordando che per conquistare questi diritti sono morti degli uomini di cui bisogna avere rispetto e riconoscenza, ma soprattutto non tradirli.

Nelson Mandela era dell’avviso che: “To deny people their human rights is to challenge their very humanity”.

Tutto quello che siamo lo portiamo con noi, nella nostra anima e quando ad un uomo vengono negati per legge i diritti fondamentali e di vivere la vita in cui crede, questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge.

I diritti umani si basano sulla dignità umana, quella dignità per cui vale la pena combattere e morire, perché sono diritti sempre insidiati e a rischio.

Morire difendendo i diritti inalienabili è la fine più nobile e  bella  di  un  essere umano, d’altronde è anche inalienabile diritto di chiunque, andare all’inferno a proprio modo suo, con la coscienza che mentre  pochi  faranno  sempre  la “differenza”, tanti continuano a fare sempre “l’indifferenza”, perché la paura tende a essere all’ordine del giorno. Paura dell’incarcerazione, paura della tortura, paura della morte, paura di perdere amici, famiglia, proprietà o mezzi di sostentamento, paura della povertà, paura dell’isolamento, paura di fallire.

Ma questo non deve permettere a nessuno di chiedere il tuo silenzio, negare i tuoi diritti o farti scegliere tra strade obbligate, perché chi fa questo è un tuo nemico dichiarato, senza usare mezzi termini.

Bisogna pretendere il menu completo dei diritti inalienabili, nessuno escluso. Quei diritti umani che per quanto sono idee astratte, principi teorici ed  etici,  ci permettono di dare alla nostra esistenza pienezza di valore e significato, senza pensare a una distinzione gerarchica di tali diritti.

La capacità di elevarsi al di sopra della mera esistenza biologica e sacrificarsi per uno scopo che la trascende è il modo migliore e forse l’unico attraverso il quale riusciamo ad essere uomini nel senso più nobile del termine.

Fonte: articolo di Roberto Recordare
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