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Inghilterra razzista con gli Italiani: il caso delle iscrizioni scolastiche

lentepubblica.it • 12 Ottobre 2016

inghilterra razzismo“Italiani”, “Italiani-Siciliani” e “Italiani-Napoletani”: è polemica sui moduli d’iscrizione messi online da alcune circoscrizioni scolastiche britanniche di Inghilterra e Galles in cui spunta questa inopinata distinzione etnico-linguistica riservata ai bambini provenienti dalla Penisola. Distinzione che suscita sdegno nelle famiglie e innesca una pungente nota di protesta verbale dell’ambasciata d’Italia nel Regno Unito.

 

La nota diplomatica con poche parole di stupita protesta ricorda, fra l’altro, che l’Italia è un Paese unificato dal 17 marzo 1861. Le regioni e i dialetti, fortunatamente, sopravvivono ma non dovrebbero rappresentare in alcun modo un elemento di differenziazione.

 

Nei moduli in questione non solo c’è l’obbligo di specificare il luogo di origini dei bambini, ma quando si va a scorrere il menu a tendina si scopre che ci sono ben tre voci per identificare gli italiani, la prima riguarda gli italiani appartenenti a qualsiasi altra regione, viene logico chiedersi in che senso, ma la spiegazione arriva subito dopo, infatti, le altre due voci sono: italiani (napoletani) e italiani (siciliani).

 

A denunciare l’accaduto sono stati per primi alcuni genitori, allibiti di fronte all’indicazione – fra i dati richiesti – di questa stravagante tripartizione di etnia e di idioma come una sorta di variante italiana.

 

L’episodio segue altre confuse bagatelle sui diritti degli studenti, italiani ed europei, di continuare a frequentare gli istituti dl Regno godendo dei benefici esistenti – aiuti e sussidi che grazie al single market sono uguali a quelli che spettano ai britannici.

 

Ha già suscitato grande preoccupazione la richiesta del ministero dell’educazione di un censimento nazionale delle scuole dell’obbligo, dai 2 ai 19 anni, in cui specificare la nazionalità e il luogo di nascita degli studenti. Il rischio, secondo le associazioni, è che gli insegnanti possano trasformarsi in controllori di frontiera, e che i sentimenti anti-immigrati possano diffondersi fra gli studenti, come è già accaduto in numerosi episodi a seguito del referendum per la Brexit.

 

 

 

 

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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