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L’insostenibile pesantezza dell’essere

Recordare Roberto • 3 Giugno 2021

La condizione di oppressione che è toccata in sorte a questo paese, quella condizione umana che è data dal peso del vivere che sta in ogni forma di costrizione.

Tutta la fitta rete di costrizioni pubbliche che finisce per avvolgere ogni esistenza, con nodi sempre più stretti, dove solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza può sfuggire a questa condanna, quella vivacità e intelligenza che serve per appartenere a un altro universo, quello del vivere con la leggerezza che la natura porta in sé.

Ipnotizzati dal main stream, è come se fossimo attirati nel guardare la testa mozzata di Medusa con la sua chioma di serpenti, che ci fa diventare statue di noi stessi.

La stessa evoluzione che negli anni ha portato a ridurre notevolmente il costo dell’hardware a beneficio del software, perché di fatto è il software che comanda e che decide cosa fanno le macchine, le quali esistono solo in funzione del software che le guida, ossia il ferro viene guidato dai bit senza peso, che attraversano velocemente mari e monti, stabilendo di fatto, la regressione di quello che è palpabile sulla leggerezza dell’intangibile.

Lo scontro fra queste due realtà immateriali, tra la natura fatta di corpuscoli invisibili, dove il vuoto è altrettanto concreto come i corpi solidi e una quantità di materia cambia e si muove incessantemente; dove il movimento degli atomi buttati come dadi, su tanti tentativi sfociano in una pariglia, creando minerali, vegetali, animali, suoni e luci, con quel senso di precarietà che è insito nella natura e nella vera evoluzione, in contrapposizione agli schemi della realtà virtuale inventata dagli uomini, che tentano di scimmiottare la natura, cercando di pilotare gli eventi, come lo potrebbe fare un dilettante senza patente, che non è in grado di concretizzare quel ragionamento, o quel processo psicologico in cui agiscono elementi sottili e impercettibili, o qualunque descrizione che comporti un altissimo grado d’astrazione, per il solo fatto che ragiona per schemi rigidi e pretenderebbe che su questi schemi rigidi il mondo e la natura si allineassero, non trascurando neanche l’allineamento del pensiero.

Ma tutto questo è destinato al fallimento, per il solo fatto che l’uomo non ha mai interiorizzato e percepito realmente quanto la combinazione della natura è così precaria, quanto basti così poco affinché tutto sia stravolto e per cui quanto poco è mancato perché l’uomo non fosse l’uomo, una mucca non fosse un cavallo, il mondo un mondo e la vita la vita.

Per questo arriverà un giorno il nuovo Perseo, che taglierà la testa a Medusa, ma ormai non ci sarà più niente da fare per quelli trasformati in pietra, la vita per loro sarà già passata.

 

Fonte: articolo di Roberto Recordare
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