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Investimenti penalizzati dalla criminalità organizzata

lentepubblica.it • 11 Novembre 2014

In assenza di fenomeni criminosi di rilevante entità, gli investimenti sarebbero stati superiori del 15 per cento.

La criminalità spaventa gli investitori, specialmente quelli esteri. Il danno è stato quantificato dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco che, intervenendo ad un convegno sul contrasto all’economia criminale, ha parlato di 16 miliardi di euro persi tra il 2006 e il 2012. In questo periodo, in assenza di fenomeni criminosi di rilevante entità, gli investimenti sarebbero stati superiori del 15 per cento.

Inoltre, le aziende che operano in aree fortemente condizionate dalla criminalità – ha aggiunto il governatore – pagano tassi d’interesse di circa 30 punti base più alti rispetto alle altre e devono fornire garanzie per il credito maggiori. I premi assicurativi più elevati, in particolare, sono stati pagati in Campania, Puglia e Calabria, mentre il premio medio pagato a Napoli è oltre il triplo della media europea. Il quadro, a detta del numero uno di Bankitalia, migliorerebbe notevolmente se, anzitutto, dopo anni di discussione, si approvasse rapidamente una legge contro l’autoriciclaggio.

In molte occasioni la Banca d’Italia ha segnalato l’urgenza di introdurre nell’ordinamento il reato di auto-riciclaggio. In particolare, la definizione di un’adeguata fattispecie penale consentirebbe di punire efficacemente gli autori dei reati di evasione fiscale, truffa e corruzione i cui comportamenti in vario modo ostacolano l’individuazione della provenienza delittuosa del denaro. Alla pena per questi reati presupposti si sommerebbe quella per il riciclaggio dei loro proventi, sottraendoli alla prescrizione.

 

FONTE: CGIA Mestre

 

 

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