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Ius Soli, Balotelli contro il razzismo: la legge va cambiata

lentepubblica.it • 6 Giugno 2018

ius-soli-balotelli-contro-il-razzismoSul tema dello Ius Soli Balotelli si scaglia contro il razzismo. Il centravanti, ritrovato in Nazionale dopo qualche anno, torna a parlare dopo le tre partite degli azzurri di xenofobia, razzismo e intolleranza.


In una intervista pubblicata da Repubblica, infatti, Balotelli è tornato sul tema dello Ius Soli, raccontando la sua esperienza ed invitando il nuovo governo ad intervenire:

 

“Si parla tanto di immigrazione. Io sono nato in Italia, cresciuto in Italia e mai stato in Africa, purtroppo. E’ brutto avere la cittadinanza solo a 18 anni, da giovane per me sono stati gli anni più difficili. Non sono un politico, non è il mio campo, e lanciare un appello in Italia, per me, è complicato. Ma in questi casi penso che la legge debba essere cambiata. Sì, mi sento di lanciare un appello per questo”.

 

Poi, l’attaccante non risparmia una frecciatina al neo-ministro dell’interno:

 

“ Dove giocherò l’anno prossimo? Lo sa Salvini…”

 

Il ministro dell’interno Matteo Salvini, ha risposto in modo piuttosto laconico all’intervista di Balotelli:

 

Caro Mario, lo ‘ius soli’ non è la priorità mia, né degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone”.

 

Che cos’è lo IUS SOLI?

 

In Italia lo ius soli trova applicazione in circostanze eccezionali. Esso si applica, come norma residuale, in tre casi:

 

  • per nascita sul territorio italiano da genitori ignoti;
  • per nascita sul territorio italiano da genitori apolidi;
  • per nascita sul territorio italiano da genitori stranieri impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello stato di provenienza.

 

Inoltre, in virtù dell’art. 4, comma 2, della Legge 5 febbraio 1992 n. 91, una versione particolare dello ius soli è applicata in Italia allo straniero nato in Italia e che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età. Infatti, in tal caso egli diviene cittadino italiano di diritto se dichiara di voler acquisire la cittadinanza italiana entro un anno dal raggiungimento degli anni diciotto di età, quindi senza le condizioni normalmente richieste (reddito sufficiente, incensuratezza, circostanze di merito, ecc.) per ottenere la cittadinanza per naturalizzazione.

 

Tale beneficio viene perso in mancanza di volontà espressa entro un anno dal raggiungimento della maggiore età, dopo di che la cittadinanza è ottenibile solo tramite le norme ordinarie.

 

L’appello di Balotelli era rivolto, principalmente,  a questa eccezionalità di circostanze che, per un paese comunitario, risultano oggettivamente troppo limitanti. Ma, evidentemente, il Ministro dell’Interno ha la testa altrove.

 

Fonte: Agenzia DIRE (www.dire.it)
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