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La libertà è diventata reato

Recordare Roberto • 24 Agosto 2021

libertàCos’è realmente la libertà e com’è cambiata nell’ultimo anno con l’arrivo del Covid-19? Ecco una riflessione al riguardo. 


Fino a due anni fa esistevano cose generalmente assodate nella nostra società, come il supporto ai parenti malati, il rapporto con i genitori, il culto dei morti, la privacy e in qualche modo anche se un po’ affievolita, la libertà di opinione, di espressione ed in genere la libertà in senso lato.

Un virus è stato capace di spazzare tutto questo. Si è accettato di non potere avere il contatto con i parenti malati, di allontanarsi da genitori e nonni, magari abbandonati in una RSA, si è acconsentito a seppellire i propri cari senza un funerale, di accettare che i nostri dati sanitari siano distribuiti a chiunque, essere anche schedati e tracciati, nonché di avere la restrizione delle libertà.

Tutto questo è accaduto nel giro di qualche mese.

Questo fa pensare che tutte quelle nostre convinzioni, date per certe nella nostra società, non erano poi così certe, non erano sentite, ma evidentemente un’abitudine da poter cambiare, come si cambia il bar per fare la colazione.

O forse, è successo qualcosa di cui non ce ne siamo accorti.
Perfino la religione è cambiata, adesso abbiamo adottato la scienza o la pseudo scienza da salotto come religione, che ci traccia la strada con i nuovi messia, che con convinzione assoluta asseriscono di sapere cosa è giusto e cosa non lo è.

Naturalmente ogni religione fa i suoi eretici, per cui tutti quelli che non seguono la nuova religione, si contrappongono o solo mettono in dubbio il Dio vaccino, vanno come minimo stigmatizzati con una lettera “A” scarlatta, se non messi al rogo mediatico.

Ma c’è anche di più, chi non accetta la nuova religione è anche dichiarato fuorilegge.
Anche solo il pensare diversamente è reato. Per cui si cercano tutte le strategie di isolamento per questi nuovi criminali, che non accettano la limitazione delle libertà e non accettano la spinta al suicidio data dall’autoimporsi lockdown parziali o totali. Questo sempre se per suicidio intendiamo il negarsi la vita.

La vita con tutte le sue componenti.

Naturalmente, i libertari, sono definiti dal mainstream come “no vax”, persone di basso livello culturale o che si fanno influenzare dalle fake news di qualche sito internet, naturalmente perché la loro bassa cultura li rende facilmente influenzabili. Per cui tra il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier e Mughini o Cecchi Paone, è naturale ad essere i secondi a dettare la strada dell’immunizzazione dal virus, supportati da scienziati da salotto finanziati dalle case farmaceutiche.

Peccato che un articolo del MIT (Massachusetts Institute of Technology), il più grande e indiscusso istituto di ricerca al mondo afferma, al contrario, che da una loro ricerca, le persone critiche sono quelle più informate ed elaborano i dati forniti, tanto che riporta testualmente: “nuove scoperte suggeriscono un quadro più complesso. Uno studio del MIT mostra come gli scettici sul coronavirus abbiano schierato le visualizzazioni dei dati online per argomentare contro l’ortodossia della salute pubblica sui vantaggi delle maschere. Tali “controvisualizzazionisono spesso piuttosto sofisticate, poiché utilizzano set di dati provenienti da fonti ufficiali e metodi di visualizzazione all’avanguardia.

E ancora: “È una scoperta molto sorprendente“, afferma Lee. Dimostra che caratterizzare i gruppi antimaschera come analfabeti sui dati o che non interagiscono con i dati, è empiricamente falso”. Questo confuta l’affermazione che potremmo definire anche “una grande minchiata” detta dal grande presidente del Consiglio Mario Draghi: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente: non ti vaccini, ti ammali e muori. Oppure, fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore”, anche lui da banchiere, in un mese di governo, è diventato virologo.

La realtà è che queste scelte, sono scelte politiche e di conseguenza chi non accetta di aderire al dogma della vaccinazione e di non subire la schedatura e quindi la deportazione digitale, è discriminato politicamente.

Sicuramente anche la censura è certamente uno strumento politico e non è certo uno strumento intellettuale. In questi casi, quando è evidente la propaganda di stato, la censura di chi ha opinioni diverse, figlia della paura del potere, come ultima risorsa dei bigotti che evidentemente si sentono scricchiolare la sedia sotto il culo e mettere in discussione il proprio progetto, la disobbedienza è un dovere.

La dichiarazione dei diritti del 1776, la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 e la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, hanno riconosciuto solennemente che gli uomini sono creati liberi ed uguali e restano liberi ed uguali nei diritti. Tali dichiarazioni si fondano sulle teorie del diritto naturale. Quando i diritti negativi, baluardo contro la coercizione, sono violati, la reazione è lecita, in qualsiasi modo.

Purtroppo, oggi si è disposti a subire qualsiasi cosa, per non prendere una banale multa, che oltretutto sono solo pezzi di carta senza valore, se solo le persone avessero cognizione del contesto normativo nazionale ed internazionale. Si è anche disposti ad accettare ricatti, barattando la propria libertà con il bisogno, ad accettare di fare da cavie per le sperimentazioni delle case farmaceutiche, ad accettare di non vedere più il barista o il panettiere in volto, di accettare che arrivino le forze dell’ordine a contestare se la distanza da chi ti è vicino sia 50 cm. o di un metro, come se realmente potessero fare la multa per il distanziamento con un parametro ad occhio (a questo punto gli autovelox non avrebbero neanche ragione di esistere se passassse questo concetto).

A portarsi sempre dietro la mascherina, come simbolo dell’obbedienza al sistema e di essere schedati con un lasciapassare, ossia aderire al test attitudinale di appartenenza al gregge. Adesso è possibile anche accedere mascherati dentro una banca, anzi … si deve. Tutte contraddizioni che per pigrizia lasciamo correre, per cui si perdono ore a parlare di calcio e neanche un minuto per parlare di libertà e di diritti.

I vaccinati si sentono minacciati dai non vaccinati, solo perché lo dice il Burioni di turno, senza considerare il paradosso che implicitamente vuol dire non credere al vaccino che si sono fatti. Si accetta di puntare i riflettori e occuparsi dei positivi al covid anche se asintomatici, tralasciando chi ha tumori, leucemie o patologie di qualsiasi altro tipo sicuramente più mortali.

Oggi bisognerebbe invertire il paradigma, ossia andare a caccia dei cacciatori, ossia a caccia di giustizia, di non evitare lo scontro per paura delle multe o di qualsiasi altra cosa si possano inventare.

Presentarsi ovunque, conoscendo e pretendendo i propri diritti, quelli inalienabili e mostrare i denti. Non accettare nessuna offerta dal sistema, non cedere a nessun ricatto, non accettare il controllo totale e non accettare che la propria vita diventi uno spettacolo da baraccone.

La storia insegna, è quello che è accaduto, potrà accadere ancora, probabilmente anche peggio.

Fonte: articolo di Roberto Recordare
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