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La realtà della propaganda

Recordare Roberto • 1 Giugno 2022

la-realta-della-propagandaLa gestione e il controllo della comunicazione oggi non si fonda più su una gestione dei media con la censura dell’informazione che ha  punti  di vista diversi.

Questa  è solo l’ultima opzione prevista, quando non è più possibile gestire positivamente la propaganda e riuscire a raggiungere e convincere la gran parte di una popolazione. Scopo della propaganda è far vedere una immagine della realtà che è un surrogato della realtà stessa, convincere attraverso alcune tecniche di marketing persuasive, la maggior parte delle persone ad avere una opinione, attraverso informazioni il più delle volte parziali, che sia conforme a quella che fa comodo al potere.

Di fatto la propaganda in pseudo democrazia equivale al bastone dei regimi dittatoriali ed è generalmente più accettata in quanto più giustificabile dagli ignavi e riesce  a plasmare le percezioni, manipolare le cognizioni e dirigere le emozioni verso il comportamento desiderato.

Difendersi da questa azione è estremamente difficile, in quanto le persone non credono di poter essere influenzate a tal punto,  da  poter  completamente sconvolgere il loro modo di pensare o di avere una opinione su cose, persone e fatti, completamente manipolata.

Se qualcuno tenta di far ragionare queste persone, sarà anche difficile convincerle con la logica, in quanto la propaganda stimola le emozioni e non la ragione e la maggior parte non può accettare il fatto di essere stata manipolata e quindi respinge con forza quello che può essere anche in qualche modo vergognoso da ammettere.

La maggior parte delle persone non ha idea delle tecniche messe in campo dalla propaganda e non crede che ci possa essere una regia tale da manipolare l’informazione globale. Questo è anche rafforzato dalle parole coniate ad hoc dalla propaganda che sa come difendersi da eventuali critiche, per cui inventa parole come complottista o negazionista per salvaguardare il suo impianto di propaganda, creando ad hoc un sistema di denigrazione verso chi si oppone.

Poi, gran parte delle persone non sono amanti della verità ed è portato a uniformarsi, per cui, più la propaganda va avanti e più gli stessi “clienti” della campagna di marketing aiutano a diffondere la conoscenza del prodotto, proprio perché sono convinti e soprattutto perché hanno bisogno di avere un consenso attorno che li rassicuri di essere nel giusto.

Una volta che la propaganda ha raggiunto una forte percentuale, sa che poi basta lavorare quel tanto che serve per isolare e denigrare i critici,  rafforzando quindi il loro mercato dell’informazione.

E’ sempre vero, che andare a verificare l’informazione o riflettere sulle  cose, prosciuga troppa energia, per cui è meglio essere passivi ed accettare l’informazione dall’esterno, che essere attivi cercando di capire e di collegare il tutto.

Eppure, basterebbe rispettare qualche regola fondamentale, se non per salvarsi completamente dalla propaganda, almeno per non esserne completamente vittime. La prima cosa da fare, cosa piuttosto semplice è cercare la trasposizione delle informazioni, ossia ad ogni punto di vista della  propaganda, pensare  al  punto  di vista completamente opposto.

Per fare un semplice esempio, se i media focalizzano l’attenzione sull’opposizione politica di Putin in Russia, pensare subito se qualcuno ha focalizzato l’attenzione sull’opposizione politica di Zelensky in Ucraina. Ci si accorgerebbe subito che esiste un governo in Ucraina che non ha neanche un minimo di opposizione politica o che comunque nessuno ha mai pensato di intervistare, come invece si fa in Russia.

Se ad esempio si evidenziano donne e bambini in fuga dal bombardamento russo, chiedersi se sono mai esistiti donne o bambini sotto i bombardamenti della NATO, in Serbia, in Siria, in Libia o in Iraq con 3 milioni di morti di cui 500 mila bambini, con l’affermazione di Condoleezza Rice, segretario di Stato USA: “Ne è valsa la pena!”

O ancora, se si afferma che il Donbass sia territorio ucraino  ed  è  ingiusta  una qualche forma di interesse su quel territorio da parte della Russia, bisognerebbe anche chiedersi perché uno Stato bombardi per otto anni un pezzo del suo stesso Stato. E’ come se l’Italia decidesse di bombardare la Sicilia per otto anni e poi recriminare che quel territorio è parte integrante dell’Italia.

Un altro esempio è il sottolineare da parte dei media che moltissimi russi sono contro Putin e addirittura scappano via in massa dalla Russia per poi essere razzisti con i russi in quanto tali, tanto da escluderli dalle manifestazioni sportive o dai teatri. Quindi siamo solidali e razzisti nello stesso tempo con quelli che scappano dalla Russia.

Come non considerare che i ricchi russi sono degli “oligarchi”, mentre i ricchi occidentali sono dei “filantropi”, grandi benefattori che addirittura sono disposti a regalare i vaccini ai paesi poveri … ma non il pane.

Quindi, già solo il pensare semplicemente ad ogni informazione o immagine che ci viene propinata attraverso i media, dal punto di vista opposto e trovare la sua contraddizione, sarebbe una operazione mentale semplice ma ci farebbe valutare il tipo di informazione che ci viene data.

Un’altra cosa che si potrebbe fare, un po’ più complicata, è uscire dal cono della visione che ci hanno lasciato, ossia allargare la nostra vista oltre l’obiettivo dove hanno inserito il nostro occhio.

E’ come inquadrare con una telecamera un bel fiore preso in primo piano, ma quando ci allontaniamo e riduciamo lo zoom, vediamo magari tutta la spazzatura che c’è attorno a quel fiore, quindi capiamo di non essere più in un bel prato fiorito ma magari in una discarica.

Per fare questo, bisogna uscire completamente fuori dal contesto su cui ci hanno focalizzato, facendoci vedere solo dei pezzi di realtà, che di fatto sono realtà, ma facendoci vedere solo un pezzo e non  tutto quello che ci servirebbe per capire la realtà complessiva e non la realtà parziale, che per quanto entrambe sono di fatto realtà, possono cambiare profondamente la nostra percezione e opinione delle cose. Ci fanno vedere la violenza di una guerra, quella dei poveri, combattuta con le armi più o meno potenti, ma non considerano violenza quella combattuta con altri mezzi e metodi, la guerra che conduce l’elite, senza nessun rumore ma con effetti ancora più devastanti di una guerra intesa come tradizionalmente ce la vogliono fare intendere.

Si grida ad una nuova Norimberga per crimini di guerra commessi in Ucraina e non si grida ad una nuova Norimberga per i crimini di guerra commessi in Yemen, con il quadruplo di morti civili e con l’aiuto delle armi italiane.  Si  fa  l’embargo  alla Russia perché non ci piace il suo presidente eletto e ci piace l’Arabia Saudita a cui vendiamo le armi per bombardare lo Yemen e con 81 penne  capitali  eseguite  in pochi giorni.

Il problema non è schierarsi a favore di uno o dell’altro, anche questo è un vicolo cieco ed un vincolo a cui ci vogliono costringere, come se si dovesse essere per forza con Putin o con Zelensky, come se uno dei due deve avere per forza ragione o torto e schierarci con l’uno o l’altro senza se e senza ma, perché gli interessi non ammettono dubbi.

Per questo serve evitare di insinuare dubbi, ma dare certezze con la suddivisione tra buoni e cattivi in modo da poter instillare il sentimento di odio. Il progetto di propaganda necessita di odiare qualcuno.

Ci costringono a essere schierati con la  cultura  occidentale,  autoreferenziale  e cinica, in contrapposizione a tutte le culture del resto del mondo, erta a difensore dei valori, come se la gran parte della popolazione mondiale fosse tutta da buttare e solo noi occidentali fossimo i detentori di cultura e democrazia e  che  per  tale civiltà democratica, si è stati capaci di disseminare terrificanti dittature in tutti i continenti, attraverso destituzioni anche violente e non tenendo conto in quei momenti della sovranità degli stati, di cui ci ricordiamo solo quando ci fa comodo. In qual caso gli stati non erano sovrani come lo è oggi l’Ucraina.

Abbiamo capito che il colonialismo americano ed europeo, credevamo fosse tramontato ma evidentemente non lo è ancora, anzi riprende vigore.

Sappiamo benissimo che ogni realtà ha i suoi pro e contro, ma  sicuramente l’occidente è il meno indicato a parlare di etica, in quanto l’occidente ha una cultura prevalentemente basata sugli interessi e non sui valori o sulla morale.

Bisogna uscire fuori da questa guerra orwelliana in cui ci siamo cacciati e non farci guidare dalla “dittatura dell’indignazione”, prendendo a prestito la frase dal filosofo Diego Fusaro, dove attraverso notizie e immagini cercano di fare indignare la popolazione contro il nemico e contro tutti quelli che insinuano dubbi sul pensiero unico dettato dalla propaganda.

Allo stesso modo bisogna rendersi conto da come hanno guidato e guidano ancora l’esaltazione di un attore comico come leader a cui dare tutta la nostra totale fiducia, alla stregua di come dovremmo darla ad un banchiere che non è altro che uno stupido istruito, entrambi costruiti dai media come fossero la Madonna e San Gennaro. A loro si dovrebbero perdonare tutte le stronzate che fanno e dicono, facendo credere che in questo caso non contano i fatti, ma le chiacchiere e che purtroppo la colpa dei loro fallimenti è solo del fato, della pandemia, della guerra e dei complottisti.

Eppure, solo in Italia si riescono a spendere 100 milioni al giorno in armi, mentre Telethon ha battuto il record di raccolta fondi di 54 milioni nella campagna di raccolta nel 2021 per finanziare la ricerca, chiedendo soldi ai cittadini, quando avrebbe potuto finanziarla lo Stato evitando la spesa in armi per mezza giornata. Un sistema di potere che ha portato ad una regressione che non ha precedenti al di là di ogni logica, una classe dirigente di criminali, una vera cosca globalizzata di malviventi, avallata dal tradimento silenzioso della quasi totalità dei chierici.

Fortunatamente, grazie a Putin siamo arrivati al lutto per i funerali delle viro-star, ma abbiamo in compenso resuscitato i militar-star, che pontificano sulle ipotetiche strategie di guerra, sapendo apriori quali erano le intenzioni militari di Putin e i tempi che lo stesso si era dato e non ha rispettato, per l’eroica difesa dei cittadini ucraini che sono voluti rimanere tutti a difesa della loro patria. Forse perché non gli hanno permesso di espatriare?

Nello stesso tempo si racconta peste e corna di  battaglioni  di  guerriglieri “mercenari” ceceni giunti in Ucraina a fianco della Russia, mentre sono “eroi” gli occidentali che sono venuti a combattere a fianco agli ucraini, anche  se evidentemente hanno entrambi il piacere di sparare a persone che non conoscono ma che odiano per sentito dire e che evidentemente  sono  animati  dallo  stesso spirito che animano i nostri governanti psicopatici e schizofrenici.

 

Fonte: articolo di Roberto Recordare
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