Sono ancora in corso i lavori per la Legge di Bilancio 2019. Giorni caldi e ricchi di novità: nel settore sanità, arrivano più fondi per ridurre le liste d’attesa.
La manovra presentata stanziava 50 milioni di euro per ciascuno dei tre anni 2019, 2020 e 2021.
Un emendamento dei relatori alla Legge di Bilancio modifica il testo e si passerà a 150 milioni per il 2019, 100 milioni per il 2020 e 100 milioni per il 2021, un totale quindi di 350 milioni di euro.
Le risorse per coprire la misura arriveranno da una riduzione del Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali, previsto all’articolo 15 della manovra.
La legge statale determina annualmente il fabbisogno sanitario, ossia il livello complessivo delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) al cui finanziamento concorre lo Stato.
Il fabbisogno sanitario nazionale standard è determinato, in coerenza con il quadro macroeconomico complessivo, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli obblighi assunti dall’Italia in sede comunitaria, coerentemente con il fabbisogno derivante dalla determinazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA).
Il nuovo Piano nazionale per la gestione delle liste d’attesa dovrà dare più certezze ai cittadini, incrementare la trasparenza e accelerare il processo di digitalizzazione in tutto il Paese.
Nel nuovo patto dovranno essere presenti misure in tema di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi.
Il Patto della salute è un accordo sottoscritto dal Governo e dalle Regioni, di validità triennale, riguarda la spesa e la programmazione del Servizio Sanitario Nazionale.
Seguendo l’ultimo testo ufficiale bollinato, le misure dovranno riguardare:
Al momento, per siglare un’intesa con l’Unione Europea ed evitare una procedura d’infrazione dalle conseguenze pesantissime, la manovra è in fase di revisione. I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini devono dare il via libera ad una messa a punto di quota 100 e reddito di cittadinanza. Ciò permetterebbe di abbassare il deficit fino al 2%.