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Legge elettorale e parità di genere. Il parere dei sindaci

lentepubblica.it • 10 Marzo 2014
“Sempre più donne dimostrano competenza, professionalità e impegno, e devono trovarsi nella condizione di partecipare in maniera attiva alla vita politica del Paese”.
Dal telefono del Comune di Pedaso (Fm), il primo cittadino Barbara Toce commentando le notizie di queste ore sul dibattito alla Camera in merito alla riforma della legge elettorale ha aggiunto: “la questione delle quote rosa oggi in discussione in Aula è un segno di civiltà per l’Italia, la scarsa partecipazione femminile alla vita attiva di un Paese è un problema che si deve risolvere e subito, ed è un compito che non può essere lasciato ai partiti, anche perché non tutti si dimostrano sempre sensibili nei confronti di questo tema”. Cosa fare allora? “Forse sarebbe opportuno fermarsi a riflettere, quello della parità tra i generi non è un bandierina da tirare fuori per fare propaganda, ma è un tema che deve essere risolto in maniera seria e immediata”.
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“E’ positivo che la legge elettorale, oggi in discussione alla Camera, preveda anche un confronto sulla questione delle quote rosa”.
Così Ilaria Bugetti, sindaco di Cantagallo e delegata Anci al Servizio civile in una giornata importante per le donne che vede l’Aula impegnata nel confronto sulla riforma della legge elettorale e sul tema della parità di genere.
“Purtroppo – ha denunciato Bugetti – siamo ancora lontani da una eguale rappresentanza tra i generi”. E ha aggiunto: “sono d’accordo all’introduzione di norme sulle quote rosa per le amministrative, perché – ha spiegato il sindaco – purtroppo siamo ancora lontani da una politica che riesca a garantire eguale partecipazione di uomini e donne alla vita politica e sociale dell’Italia. Una nuova legge elettorale che contenga norme per favorire la presenza femminile nelle istituzioni – ha concluso Bugetti – sarebbe un importante risultato e un segno per la rinascita del Paese”.
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“Più donne in politica. L’impegno dei Comuni per garantire una maggiore rappresentanza femminile sia di esempio anche per il Parlamento”.
Questo il commento della delegata Anci alle Pari Opportunità, Alessia De Paulis mentre si sta svolgendo alla Camera il confronto sulla legge lettorale, un confronto che però si è bloccato sulla questione delle quote rosa nella composizione delle liste elettorali.
“Le grandi trasformazioni politiche, sociali ed economiche degli ultimi anni – ha detto – impongono un’attenta riflessione sul principio di equa rappresentanza, principio a cui tutto il sistema politico, istituzionale ed amministrativo deve uniformarsi.
L’accesso delle donne alla politica – ha denunciato la delegata Anci – è di fatto limitato da un sistema di welfare che non aiuta la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche a causa di stereotipi culturali diffusi. Anche per queste ragioni – ha concluso De Paulis – crediamo che una maggiore rappresentanza di donne a qualsiasi livello permetterebbe di fare passi in avanti di cui beneficerebbe l’intera popolazione”.
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“L’Anci da sempre si è impegnata a promuovere ed accrescere il dibattito e la sensibilizzazione sul tema della democrazia paritaria e spesso si è attivata con l’obiettivo di porre il tema dell’equa rappresentanza al centro dell’attenzione del dibattito nazionale”.
Parole del Segretario generale Anci, Veronica Nicotra mentre è all’esame della Camera la riforma della legge elettorale e, in particolare, il tema della parità di genere.
“In questi anni – ha detto – è stato fondamentale il ruolo giocato dall’Associazione affinché le nostre città possano confermarsi le città delle responsabilità e delle opportunità. E’ proprio la scarsa rappresentanza delle donne tra le cariche dirigenziali che si riflette nell’assenza di adeguate politiche di conciliazione tra vita e lavoro e nei bassi livelli di occupazione femminile. L’applicazione del rispetto della parità tra uomini e donne – ha detto – non solo in ambito politico, permette di dare la giusta attenzione a tematiche femminili che per troppi anni sono state assenti dal dibattito nazionale, favorendo il compimento di ulteriori passi in avanti verso la realizzazione delle pari opportunità. L’auspicio dell’Anci – ha aggiunto Nicotra – è di un’agenda politica che riesca ad essere più sensibile e attenta alle necessità e alle richieste di tutti, soprattutto di coloro che negli ultimi anni sono stati meno rappresentati.
Politiche per le donne – ha concluso Nicotra – saranno necessarie sin quando i fatti e i dati non dimostreranno che le donne sono oggetto di disparità in quanto donne e perché donne”.
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“In una democrazia evoluta non si dovrebbe parlare di quote rosa e dell’obbligo di introdurre in politica un genere più debole. Pensare che oggi la Camera si stia impegnando in un confronto sulla legge di riforma elettorale e sulla parità di genere ci fa capire come purtroppo l’accettazione piena delle donne in politica è un traguardo ancora lungo da raggiungere”. Parole dure quelle del sindaco di Rosarno (Rc) Elisabetta Tripodi che ha parlato della nuova legge elettorale in discussione oggi in Aula come di “un segnale di grande cambiamento. Solo così – ha concluso – si potrà parlare di una democrazia effettivamente paritaria”.
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“Avere più donne nelle istituzioni non è soltanto una necessità democratica fondamentale, ma è uno strumento utile al cambiamento e all’efficientamento della pubblica amministrazione”.
Così il sindaco di Riccia e delegata ANCI alle Politiche comunitarie, Micaela Fanelli che ha aggiunto: “tutti gli studi internazionali lo confermano: le donne nei posti comando rendono le istituzioni più pratiche ed efficienti. Se l’Italia ha preso la strada del cambiamento, avere più donne nei ruoli importanti ne accelererà il percorso. Oggi dal Quirinale ai Comuni è ‘rosa’ appena il 19,7% dei ruoli elettivi o di nomina. Sono convinta che molte lotte nella società vadano ancora fatte, e le quote rosa sono uno strumento necessario per superare in via transitoria alcune differenze ancora presenti, in particolare nella politica. Nella legge elettorale nazionale bisogna garantire le quote rosa in maniera efficace, con alternanza secca uomo-donna in lista.
Quello che vedo nei nostri territori, nei posti di lavoro, nella politica è ancora una sostanziale differenza, combatterla è obiettivo comune. Ecco perché sono assolutamente favorevole alle quote rosa. Lo dico da donna del Sud, da sindaco. Lo dico da donna sempre eletta senza quote rosa. Da anni mi batto perché emerga la forza delle donne. Il governo del presidente Renzi ha spalancato loro le porte: c’è un tale equilibrio di genere, 50% donne e 50% uomini. E’ un record per la politica italiana, perché dal 1948 ad oggi nessun esecutivo è stato così equilibrato in termini di genere. Renzi un forte segnale lo aveva dato già a Firenze, con una Giunta a maggioranza ‘rosa’. La loro presenza nelle istituzioni è decisiva per le politiche a favore delle donne e affinché siano più inserite nel lavoro e nella società: assistenza domiciliare per gli anziani, asili nido, promozione di strumenti per la parità sul lavoro. L’occupazione femminile in Molise è bassissima: 38,3%, inferiore alla media nazionale (46,5%). Nella mia regione sono 8mila le donne in cerca di occupazione e 56mila inattive. Abbattere questi dati deve essere l’impegno delle donne.
Ora – ha concluso Fanelli – mi auguro che la battaglia culturale, che la politica ha il dovere di portare avanti, si estenda su tutto il territorio nazionale per garantire le pari opportunità nelle istituzioni e nella società. Spero vada avanti con forza l’alternanza di genere nelle liste, per garantire un risultato effettivo e immediato della rappresentanza femminile”.
FONTE: Anci
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