Il Ministero della Salute ha stabilito che alcune tipologie di mandorle sgusciate vanno ritirate dal mercato: scopriamo qual è la motivazione e quali sono i rischi per i consumatori.
Alcuni lotti risultano bloccati per un possibile rischio di presenza di aflatossine: si tratta di sostanze prodotte da microfunghi che hanno una tossicità a breve-medio termine e anche cronica.
A deliberare il richiamo sul prodotto sono gli Operatori del settore alimentare (OSA), individuati dal Regolamento (CE) 178/2002 come i responsabili della sicurezza degli alimenti.
Compito degli OSA è quello di informare i suoi clienti sulla non conformità riscontrata ed a ritirare il prodotto dal mercato. In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, si deve inoltre provvedere al richiamo cioè ad informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante apposita cartellonistica da apporre presso i punti vendita.
Questo prodotto ha subito il ritiro dal mercato per una “possibile presenza di aflatossine“, sostanze prodotte da alcuni funghi che si possono sviluppare durante la coltivazione, il raccolto e anche l’immagazzinamento di cereali come:
I lotti richiamati sono i seguenti: 279/22; 280/22; 295/22. Sempre per lo stesso produttore di mandorle sgusciate c’è il rischiamo per i lotti 277/22 e 291/22 che però sono conservati nel secchiello di plastica da 1 chilogrammo.
Fra i 17 tipi di aflatossine, finora individuati, solo cinque sono considerati importanti per la loro diffusione e tossicità: le aflatossine B1, B2, G1, G2 e la aflatossina M1.
Esiste la possibilità di alto rischio per la salute: il fegato è il bersaglio principale. Infatti l’aflatossina B1 (AFB1) ha un’azione sui geni (genotossica) e sullo sviluppo del cancro al fegato (epatocancerogena).
Nel 1993, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato la aflatossina B1 nel Gruppo 1, vale a dire come agente cancerogeno per l’uomo.
Tra i prodotti di trasformazione metabolica dell’aflatossina B1 (vale a dire le trasformazioni che rendono una sostanza assunta dall’organismo meglio assimilabile o più facilmente eliminabile), il più importante per la salute è l’aflatossina M1, molecola che si ritrova essenzialmente nel latte di bovini, ovini e caprini ed è trasportabile con più facilità attraverso il circolo sanguigno. Il suo potere di causare il cancro al fegato è compreso tra il 2 ed il 10% di quello del tipo B1.
L’esposizione avviene principalmente attraverso gli alimenti, ma può avere luogo anche per inalazione e per contatto con la pelle, soprattutto in ambiente lavorativo (per esempio operatori dei mangimifici).
Potete visualizzare qui di seguito il modello di richiamo ministeriale.