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Materiali da propagazione vegetali, “serve una disciplina razionale e moderna”

lentepubblica.it • 17 Marzo 2014

Dopo il no del Parlamento europeo alla proposta di regolamento, Assosementi si dice certa che verrà ripreso, su basi più solide e senza alcun pregiudizio, il progetto di aggiornamento delle norme.

Nonostante la bocciatura della proposta di regolamento sui materiali da propagazione vegetali da parte del Parlamento europeo, Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere italiane, è certa che l’Unione dovrà riprendere, dopo le elezioni europee del prossimo maggio, su basi più solide e senza alcun pregiudizio, il progetto di aggiornamento delle norme esistenti nel settore. “Queste norme – ha dichiarato il neo presidente Guido Dall’Ara – coinvolgono il lavoro di 12 milioni di agricoltori europei che debbono guardare al mercato e nel contempo assicurare sicurezza e tracciabilità lungo la catena agroalimentare. Di fronte a temi così importanti è fondamentale che l’Unione europea continui a lavorare affinché si possa arrivare presto a una soluzione in grado di salvaguardare le esigenze di innovazione cui l’agricoltura produttiva non può rinunciare e risultare più comprensibile ai consumatori, ai cittadini ed agli stessi politici. La proposta purtroppo farraginosa, presentata nel maggio 2013 dalla Commissione e che non accontentava nessuno dei settori coinvolti, non meritava forse sorte diversa. È poi stato determinante nella netta bocciatura del testo il poco tempo a disposizione del Parlamento europeo per approfondire ed eventualmente rielaborare insieme alla Commissione una materia sicuramente complessa e facile a prestarsi a condizionamenti e disinformazione”. “E’ comunque singolare osservare che mentre molti hanno criticato il testo di introdurre limitazioni o mettere a rischio la biodiversità, il settore delle sementi abbia manifestato timori opposti, ad esempio per le proposte non chiare sui materiali eterogenei e di nicchia. Altrettanto va detto per il giudizio sul pericolo di ulteriori appesantimenti burocratici, quando uno degli obiettivi del progetto era e resta la semplificazione e armonizzazione della normativa esistente. Certamente si è rivelato un errore di impostazione – ha sottolineato Dall’Ara, cercare di mettere insieme in un unico regolamento settori come le sementi, i materiali vegetativi e quelli forestali, con caratteristiche ed esigenze abbastanza diverse tra di loro. Attendiamo ora di vedere la posizione che assumerà il Consiglio europeo, di fronte al diniego manifestato per ora dalla Commissione di ritirare la proposta. È comunque certo che le incomprensioni e le fratture emerse in questo dibattito – ha concluso Dall’Ara – dovranno richiamare in futuro tutti gli attori in causa, il nuovo Parlamento europeo, la Commissione, le organizzazioni agricole, quelle dei mezzi di propagazione ed i movimenti ambientalisti, ad un duro ma franco lavoro di confronto e ricomposizione”.

FONTE: Confcommercio

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