L’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha espresso i propri giudizi ed esposto le sue proposte, presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, sulle misure introdotte dal Nuovo Codice degli Appalti. Ecco i dettagli.
Si è svolta l’audizione informale ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati sullo Schema di DLgs recante il nuovo Codice dei contratti pubblici.
La Presidente ANCE, Federica Brancaccio, ha evidenziato in apertura che lo schema di nuovo Codice dei contratti, frutto di un intenso lavoro da parte del Consiglio di Stato, svolto peraltro in tempi molto ristretti, si caratterizza per i seguenti principali aspetti:
Tuttavia, per far sì che questi principi siano effettivi e non ripetere gli errori fatti nel Codice 50, occorrono alcuni essenziali correttivi al testo, per eliminare soprattutto le contraddizioni tra i – buoni – principi espressi e talune norme pure presenti nel Codice.
Il Codice sta optando per rendere stabili le procedure emergenziali introdotte con il decreto semplificazione, rendendo possibile utilizzare le procedure ordinarie solo sopra 1 mln di euro e solo se tale scelta venga accompagnata da adeguata motivazione. Si tratta però di una soglia eccessivamente elevata che rischia di azzerare il mercato e che è in contraddizione con il principio di concorrenza e trasparenza.
Si pensi poi anche alle scelte sui settori speciali: la sottrazione dagli obblighi di esternalizzazione le gare per quei concessionari nei settori speciali che hanno ottenuto la concessione senza gara, non è nella legge delega, né, tantomeno, è rispettoso dei principi comunitari sul tema. Anche la forte flessibilità concessa ai settori speciali talora si traduce in alcuni passi indietro rispetto alla normativa attuale.
Quanto poi al principio del risultato l’opera pubblica deve essere aggiudicata a chi è in grado di assicurare il miglior rapporto qualità–prezzo. Ma ciò non si concilia con l’avvenuta eliminazione del tetto massimo al punteggio da attribuire al prezzo in sede di offerta economicamente più vantaggiosa.
Quanto al subappalto a cascata, è un istituto che viene dalle richieste dell’Europa, ma va limitato, come sembra prevedere il testo. Una catena infinita di subappalti non è compatibile con un doveroso controllo di qualità e sicurezza.
Si registrano infine passi “indietro”, anche rispetto alla recente normativa emergenziale adottata dal legislatore con i decreti n. 73/2022 (cd Dl “Semplificazioni”) e n. 77/2021 (cd Dl “Semplificazioni bis”). Non hanno infatti trovato conferma in sede di riscrittura del Codice.
La Presidente ANCE, Federica Brancaccio, ha evidenziato infine che lo schema di nuovo Codice dei contratti, frutto di un intenso lavoro da parte del Consiglio di Stato, svolto peraltro in tempi molto ristretti, si caratterizza per i seguenti principali aspetti: “Diverse innovazioni apportate sono senz’altro condivisibili. Il riferimento è, ad esempio, al processo di digitalizzazione delle procedure, così come all’introduzione del principio dell’equilibrio contrattuale – che andrebbe declinato anche come principio di redditività della commessa – oltre al rafforzamento degli strumenti di deflazione del contenzioso giurisdizionale. Tuttavia, per non ripetere gli errori fatti nel Codice 50, occorrono alcuni essenziali correttivi al testo, per eliminare soprattutto le contraddizioni tra i – buoni – principi espressi e talune norme pure presenti nel Codice. Servono correttivi, rischio trasparenza”.
Qui di seguito tutti i documenti collegati all’audizione: