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Programma operativo nazionale “Città metropolitane”

lentepubblica.it • 12 Febbraio 2014

 

Il Ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, ha incontrato ieri, insieme al Ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, i sindaci delle 14 Città metropolitane per illustrare le linee essenziali del Programma operativo nazionale (PON) “Città metropolitane”, il progetto inserito nella nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020.
Il Programma si colloca nel contesto dell’Agenda urbana europea per le politiche di coesione e si pone l’obiettivo di rafforzare il ruolo delle grandi città attraverso la realizzazione di pochi progetti che perseguano comuni risultati attesi.

“Le città – ha spiegato il Ministro Trigilia – sono sempre state un incubatore di innovazione e oggi puntare sulle città metropolitane significa intervenire su territori in cui è concentrata il 30% della popolazione e dell’occupazione del Paese e dove è prodotto il 35% del Pil nazionale. Inoltre, il 40% dei brevetti depositati è nato in questi territori”.

Per il PON sarà adottata una logica sperimentale sia nella costruzione del programma stesso che nel governo della sua attuazione. L’iniziativa interviene in parallelo ai Programmi operativi regionali (POR) per sostenere interventi che saranno promossi nelle 10 Città metropolitane (Roma, Bari, Bologna, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Torino, Reggio Calabria e Venezia) individuate con il disegno di legge “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di comuni”, approvato dal Governo ed attualmente al vaglio del Senato, e le 4 Città metropolitane delle Regioni a statuto speciale (Cagliari, Catania, Messina e Palermo), cosi come previsto dalla rispettiva normativa regionale.

“A tali aree – continua il Ministro – saranno destinate risorse per un totale di circa 1 miliardo di euro. In particolare, a ciascuna città del Sud andranno dagli 80 ai 100 milioni, mentre a quelle del Centro-Nord e della Sardegna dai 35 ai 40 milioni. Anche se il PON non potrà soddisfare tutte le esigenze dei territori, esso dovrà diventare il luogo di coordinamento di diversi interventi, da finanziare con risorse previste nell’ambito di altri Programmi, come quello Imprese e competitività e quello Ricerca e innovazione, e con risorse destinate a linee d’azione stabilite nei Programmi operativi regionali e nel Fondo di sviluppo e coesione.”

Per la definizione dei contenuti progettuali, il Programma avrà come interlocutori i Sindaci dei Comuni capoluogo (Autorità urbana), ai quali è anche demandato il compito di costituire partnership e progetti di scala inter-comunale. Da questo punto di vista, per ciascuna Città Metropolitana, il territorio in cui si interverrà non sarà strettamente vincolato ai confini politico-amministrativi, ma potrà estendersi ad altri territori sulla base di motivazioni legate ad interdipendenze funzionali.
Nel progetto saranno coinvolte anche le Amministrazioni regionali, chiamate a sostenere, con specifiche linee di attività dei Programmi operativi regionali, le altre componenti dell’Agenda urbana, ed in particolare l’“Inclusione sociale” e i “Servizi avanzati e filiere produttive”, legate all’innovazione.

Il documento presentato oggi ai Sindaci prevede come principale linea d’azione l’utilizzo dello strumentoCittà intelligente/Smart city” per il ridisegno e la modernizzazione dei servizi urbani,  attraverso piani di investimento per il miglioramento delle infrastrutture di rete e dei servizi pubblici e con ricadute dirette e misurabili sui cittadini residenti e, più in generale, sugli utilizzatori della città.

Tre i principali  risultati attesi: aumento della mobilità sostenibile nelle aree urbane; riduzione dei consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali; diffusione di servizi digitali attraverso la realizzazione di servizi che permettano di ridurre gli spostamenti fisici e di accelerare i tempi di esecuzione delle pratiche a costi più bassi (rapporti delle imprese e dei cittadini con le Pubbliche amministrazioni).

Inoltre, per le Città delle Regioni meno sviluppate il PON potrebbe sostenere alcuni interventi e sperimentazioni per l’inclusione sociale, rafforzando e innovando le politiche ordinarie dell’abitare anche con il coinvolgimento del tessuto associativo e dell’economia sociale.
Sarà anche incentivato e promosso lo scambio di esperienze tra le Città Metropolitane coinvolte, per contribuire alla soluzione di problemi comuni e permettere la diffusione delle migliori pratiche.

“Protagonisti del PON dovranno essere le città stesse – conclude Trigilia – poiché ogni territorio ha una sua specificità. Il programma quindi dovrà svilupparsi in un’ottica di flessibilità, rispettando le diverse vocazioni territoriali. E’ un’occasione importante che non deve essere sprecata. A conclusione del programma, infatti, dovremo poter dire di aver risolto o di aver avviato a soluzione alcuni grandi problemi legati alle politiche urbane.”

Il percorso avviato oggi dovrà concorrere alla definizione del documento di Programma da notificare alla Commissione Europea, nella versione finale dell’Accordo di Partenariato sul nuovo ciclo dei fondi comunitari 2014-2020.

FONTE: Ministro per la coesione territoriale – Presidenza del Consiglio dei ministri

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