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L’Italia entra nella fase del “post-populismo”: ecco il Rapporto Censis 2022

lentepubblica.it • 2 Dicembre 2022

rapporto censis 2022È stato pubblicato il Rapporto Censis 2022, che fotografa la situazione italiana, tra la crisi economica e la paura per il futuro.


Rapporto Censis 2022: è stato pubblicato oggi il Rapporto Censis 2022, ovvero l’analisi sui processi di trasformazione che interessano la società italiana.

Sono diversi gli elementi analizzati, tra i quali troviamo i fenomeni socio-economici del Paese, la formazione, il lavoro, il welfare, la sanità, il territorio, gli enti, i media, la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.

Ecco cosa emerge dal Rapporto Censis 2022.

Rapporto Censis 2022: la fotografia della società italiana

L’Italia è entrata nel ciclo del “post-populismo”, dopo essere stato colpito da quattro crisi sovrapposte, negli ultimi tre anni: la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina, l’aumento dell’inflazione e l’aumento del costo dell’energia.

La situazione attuale ha portato i cittadini a sviluppare paura e timore per il presente e il futuro, nei confronti dei rischi globali ritenuti incontrollabili.
Proprio per questo, sono emersi nuovi bisogni e prospettive di benessere, che non sono più inquadrabili solo come “populisti”.

Il quadro generale è piuttosto preoccupante:

  • Il 92,7% crede che l’inflazione continuerà a colpire il Paese, perciò è necessario pensare a come difendersi;
  • Il 76,4% ritiene che non potrà contare su aumenti delle proprie entrate familiari, nel prossimo anno;
  • Il 69,3% ha il timore che, nei prossimi mesi, il proprio tenore di vita si abbassi;
  • Il 64,4% sta ricorrendo già ai propri risparmi.

La crisi colpisce trasversalmente tutti i tipi di lavoratori, sia gli autonomi che i dipendenti, ma anche i pensionati e chi percepisce un reddito fisso.

rapporto censis 2022Rapporto Censis 2022: i bisogni “insopportabili” e la paura per il futuro

A causa della crisi, cresce la repulsione verso alcuni privilegi, considerati “odiosi e insopportabili”, come:

  • La disparità salariale tra dipendenti e manager (87,8%);
  • I bonus milionari di buonuscita per i manager, pagati per andarsene, piuttosto che lavorare (86,6%);
  • Le tasse troppo basse pagate dai colossi del web (81,5%);
  • I guadagni degli influencer, gli eccessi e gli sprechi per le feste delle celebrità (78,7%);
  • L’uso di jet privati (73,5%);
  • L’ostentazione sui social di spese stratosferiche in hotel, ristoranti e locali notturni (69,3%).

Come spiegato nel Rapporto:

“Queste insopportabilità sociali non sono liquidabili come populiste, ma sono i segnali del fatto che nella società si è già avviato un ciclo post-populista basato su autentiche e legittime rivendicazioni di equità, in una fase in cui molti sentono messo a repentaglio il proprio benessere”.

Inoltre, data l’imprevedibilità degli eventi degli ultimi anni, l’84,5% degli italiani (in prevalenza laureati e giovani) è convinto che vada presa in considerazione la possibilità che eventi geograficamente lontani possano cambiare la propria quotidianità, in modo radicale, come crisi economiche, virus, eventi atmosferici catastrofici e attacchi informatici su vasta scala.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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