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Reddito di Cittadinanza: come funziona? Ecco alcune indicazioni utili

lentepubblica.it • 1 Ottobre 2018

reddito-di-cittadinanza-come-funzionaIl Reddito di Cittadinanza come funziona? Ecco alcune indicazioni utili all’indomani del Cdm che ha esaminato i nuovi tendenziali di finanza pubblica in vista della legge di Bilancio.


Ce l’abbiamo fatta. Noi siamo il cambiamento” aveva annunciato il vicepremier Luigi Di Maio nei scorsi giorni affacciandosi al balcone di Palazzo Chigi insieme ai ministri del M5s per esultare verso la folla di parlamentari 5 stelle in piazza Colonna. E pochi minuti dopo, l’esultanza corre anche su Facebook: “Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo portato a casa la Manovra Del PopoloReddito di Cittadinanza, pensione di cittadinanza, superamento della Fornero, risarcimento ai truffati delle banche. Oggi è cambiata l’Italia! Siate orgogliosi di essere italiani” ha scritto in un post il vicepremier e ministro Luigi Di Maio.

 

tutto ciò a seguito dell’accordo tra Salvini e Di Maio sul 2,4% nella manovra di bilancio. Ed era stato siglato da un patto di ferro. Al punto che Di Maio aveva convocato un’assemblea plenaria dei parlamentari praticamente in contemporanea con il consiglio dei ministri. Quei parlamentari, sventolando centinaia di bandiere, al termine del cdm avrebbero dovuto festeggiare la ‘manovra del popolo’ sotto il balcone di Chigi.

 

Dunque il Reddito di Cittadinanza sarà una delle priorità della nuova manovra economica. Ma in cosa consisterà il nuovo reddito di cittadinanza?

 

Reddito di Cittadinanza: come funziona?

 

Secondo le previsioni, nel caso di un cittadino single l’importo può arrivare fino a 780 euro. Nel caso di una coppia con due figli ad esempio di età inferiore ai 14 anni il beneficio sale a 1638 euro, qualora il reddito familiare sia pari a 0, cioè nessuno dei due abbia un lavoro e guadagni un solo euro.

 

reddito di cittadinanza - tabella

 

 

Attenzione però: secondo un calcolo effettuato dal Sole24Ore (10 di risorse miliardi diviso 6,5 milioni di destinatari) risultano 1.538 euro l’anno, cioè 128 euro al mese, ben al di sotto dei 780 euro mensili dichiarati nel contratto di governo tra Movimento Cinque Stelle e Lega. Tutto questo ipotizzando che tutti i 10 miliardi arrivino direttamente nelle tasche delle persone povere. Se fosse così l’importo medio del reddito di cittadinanza sarebbe meno della metà dell’assegno Rei – il reddito di inclusione introdotto dal Governo Gentiloni e attualmente in vigore.

 

Possibili requisiti?

 

Per quanto riguarda i requisiti ne sapremo di più una volta che i lavori per la Legge di Bilancio 2019 prenderanno ufficialmente inizio. Per il momento, comunque, le ultime indiscrezioni ci dicono che il contributo sarà riservato ai soli italiani con reddito inferiore agli 8mila euro l’anno. Molto probabilmente, invece, rischiano di esserne esclusi coloro che possiedono un immobile di proprietà.

 

Nel testo del progetto viene specificato che chiunque percepisca il reddito di cittadinanza perde il diritto a riceverlo se dovesse verificarsi qualsiasi delle seguenti condizioni:

 

  • non ottempera agli obblighi di cui all’articolo 11 della presente legge (“fornire disponibilità al lavoro presso i centri per l’impiego territorialmente competenti e accreditarsi sul sistema informatico nazionale per l’impiego”);
  • sostiene più di tre colloqui di selezione con palese volontà di ottenere esito negativo, accertata e dichiarata dal responsabile del centro per l’impiego;
  • rifiuta nell’arco di tempo riferito al periodo di disoccupazione, più di tre proposte di impiego ritenute congrue ai sensi del comma seguente, ottenute grazie ai colloqui avvenuti tramite il centro per l’impiego o le strutture preposte di cui agli articoli 5 e 10;
  • qualora a seguito di impiego o reimpiego receda senza giusta causa dal contratto di lavoro, per due volte nel corso dell’anno solare.

 

Il governo sta infine valutando meccanismi che premino chi più spende (o penalizzino chi spende di meno). L’idea è far crescere del 4% il reddito di cittadinanza ogni qualvolta il beneficiario ne utilizzi – per acquisti tracciabili –almeno il 75 o l’80%. Oppure decurtare del 4% la somma erogata a chi ne spenda meno del 75%.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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