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Aumentano gli acquisti di sacchetti in tessuto

lentepubblica.it • 20 Settembre 2019

sacchetti-in-tessutoLa plastica sta soffocando il nostro pianeta. Dei 280 milioni di tonnellate di materie plastiche prodotte ogni anno, circa un terzo finisce nei nostri mari e l’UNESCO sottolinea quanto ciò stia influendo negativamente sulla catena alimentare e sull’ecosistema.


Il tempo di degradazione della plastica è di qualche centinaio di anni e, ad oggi, lo smaltimento industriale non è sufficiente, vista la mole che ne viene prodotta.

Il riversamento nelle nostre acque, però, non sta solo mettendo a repentaglio tutte le specie marine, ma anche la nostra. Secondo recenti studi, quasi la metà della popolazione mondiale presenta nell’organismo microplastiche o nanoplastiche, derivanti dal cibo e dall’acqua ingeriti.

Questo è l’ennesimo campanello d’allarme, soprattutto perché ancora si stanno studiando gli effetti a lungo termine che può portare la plastica nell’organismo umano.

Fare una corretta raccolta differenziata non è sufficiente per far fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza. Così l’Unione Europea ha stabilito che, entro il 2021, sarà vietata la vendita di articoli in plastica monouso, quali piatti, bicchieri, cannucce, bastoncini con cotone e contenitori per alimenti.

Ma c’è chi ha cominciato già da ora a intervenire su alcuni oggetti di uso comune, andando a ricercare materiali alternativi alla plastica per realizzarli. Ne sono un esempio i sacchetti che si impiegano in tanti ambiti della vita quotidiana.

Sacchetti in tessuto: iniziative virtuose nelle Regioni Italiane

In Italia, per esempio, la Regione Toscana – e in particolar modo Firenze – sta già procedendo con divieti mirati a eliminare buste e contenitori realizzati con materiali dannosi, optando per alternative valide come i sacchetti di tessuto. Oltre a rispettare l’ambiente, questi prodotti sono belli e personalizzabili, nonché estremamente versatili, come quelli proposti da Sacchettiditessuto.it.

I materiali prescelti, che li rendono oltretutto così peculiari, sono cotone, lana, iuta, feltro e tessuto non tessuto (TNT), ma anche ortica e canapa. Una scelta anche di stile, dunque, che è stata compiuta anche da nomi eccellenti come quelli di Roberto Cavalli, Air Dolomiti, Mediaset e Piero Guidi.

Quali prodotti sono proposti?

Tra i prodotti proposti vi sono shopper, pochette, zaini per la scuola, sacchetti per eventi speciali come regali natalizi o matrimoni, portabottiglie, contenitori per il pane e persino per distributori automatici.

Tutto il procedimento di produzione avviene rigorosamente in Italia ed è possibile la personalizzazione con stampe a tema e scritte. La resistenza e la qualità sono garantite in qualunque occasione. Si tratta, soprattutto, di un’ottima alternativa ai classici sacchetti biodegradabili del supermercato che, come è noto, tendono a rompersi molto facilmente perché sopportano meno peso.

Un materiale biodegradabile, infatti, non deve necessariamente essere meno resistente della plastica, anche se si sta lavorando ancora per eguagliarne in modo ottimale la robustezza.

Al fine di mantenere le caratteristiche della plastica, ne è stata creata una biodegradabile che deriva dalla fermentazione dello zucchero, la Minerv-PHA. Nata da una ricerca italiana, presenta però vari “difetti”. Nonostante il materiale altamente naturale da cui deriva, alcuni studi hanno rilevato che il tempo di degradazione è comunque piuttosto lungo e non è detto che avvenga spontaneamente.

Ne consegue che determinate bio-plastiche, tra cui questa, restano nell’ambiente quasi tanto quanto le plastiche normali. I tessuti naturali, invece, sono molto più “tollerati” dall’ecosistema.

Tessuto batte bio-plastica, quindi. Il futuro sarà andare a fare la spesa con shopper eleganti o di tendenza in cotone e iuta. Oppure predisporre bomboniere in materiale alternativo. Il nostro pianeta potrebbe ricominciare, così, a respirare e noi a ingerire meno sostanze tossiche. Rimane il problema dello smaltimento della plastica già accumulata, che comporterà un lavoro non indifferente. Quello che è certo è che, entro il 2029 anche le bottiglie di plastica che contengono liquidi (come acqua o succo di frutta) dovranno essere sostituite con materiali biodegradabili.

 

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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