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Smart City: il gap delle città italiane, ritratto dell’Unione Europea a due velocità?

lentepubblica.it • 29 Settembre 2014

Città che corrono veloce

Negli ultimi tre decenni lo sviluppo di Barcellona è stato caratterizzato da un’attenta pianificazione strategica. Nel 2004 sia la business community che la società civile hanno giocato un ruolo attivo nella stesura del primo Piano Strategico Metropolitano. L’area metropolitana è stata pensata per favorire un’economia della conoscenza e trasformarsi in un ecosistema attrattivo per l’innovazione. In questa visione è cresciuto il progetto 22@ Barcelona, che è oggi un eccellente esemplare di rigenerazione urbana. L’incremento del PIL e l’ingente aumento dei flussi turistici confermano che la città vive oggi una nuova fase di sviluppo. Ma la città non si ferma qui, e continua a progettare e proiettarsi nel futuro come Smart City 5.0.

Anche Tampere è un valido esempio di città che ha saputo riposizionare il proprio modello di sviluppo. Nel 2000 la città ha avviato un percorso di pianificazione strategica puntando molto sul coinvolgimento del settore privato. In breve tempo sono stati avviati dei programmi di sviluppo per competere con i principali centri mondiali d’innovazione. Oggi la città è considerata un vero e proprio motore d’innovazione. Questo traguardo è stato raggiunto grazie a una serie di policy e programmi pubblici che da almeno un decennio ormai guidano lo sviluppo della città. Tra gli ultimi nati il progetto politico 2012-2018 Open TampereMinds wide open – che sta lavorando per creare un ecosistema fertile e attrattivo per la crescita di nuove imprese, anche internazionali.

Questi due esemplari urbani, distanti e diametralmente opposti culturalmente, descrivono uno scenario europeo in cui le città si stanno già organizzando da anni per emergere in uno scenario globale sempre più competitivo.

Quanto vanno veloci le città italiane?

“Ciò che davvero mi interesserebbe sapere è in che direzione stanno andando le città. Non è tanto questione di velocità, ma piuttosto di direzione” ha detto Gianni Dominici, direttore di FORUM PA. “La velocità ha un valore solo nel momento in cui è chiaro l’obiettivo. Ciò che probabilmente manca alla maggior parte delle città italiane è proprio una direzione, un progetto”. In sintesi “la questione fondamentale oggi è ragionare in termini di governo della città, e purtroppo in Italia di città che lo sanno fare ce ne sono ben poche”. L’abitudine diffusa a ragionare in termini di emergenze non ha permesso che in Italia crescesse una forte cultura del progetto di città, così come una cultura della governance.

Ma ci sono quindi in Italia delle città in grado di competere con le città europee? E quali sono le città che in quest’ultimo anno hanno fatto passi avanti nel percorso verso la smart city e quali invece sono tornate indietro? #SCE2014 sarà l’occasione per presentare l’ultimo prodotto realizzato nel 2014 dall’Osservatorio di ANCI: una piattaforma di oltre 1000 progetti delle Città dell’Osservatorio di ANCI. L’evento Progetti e servizi delle Smart City italiane: a che punto siamo, sarà l’occasione per conoscere lo stato dell’arte delle Smart Cities italiane. Inoltre sarà presentata l’edizione 2014 di I-City Rate, uno strumento per la gestione delle città e un ottimo spunto per aprire un confronto e un dialogo costruttivo e collaborativo tra le varie amministrazioni cittadine.

Torino: già dentro al futuro

L’ex-capitale italiana ha appena redatto il suo Terzo Piano Strategico Metropolitano, la sua nuova visione per il futuro dell’area metropolitana: una strategia visionaria per i prossimi dieci anni di sviluppo territoriale. Nel 2013 la città aveva realizzato Torino SMILE, un masterplan unico e condiviso per organizzare tutte le progettualità smart della città. Oggieccola con Torino 2025: già dentro al futuro. Dopo esser stata la città del “fare” per quasi un secolo, a seguito delle strategie di pianificazione del 2000 e del 2006 si è trasformata in città del “saper fare”.

La città è pronta a mutare ancora una volta, ridefinendosi come metropoli del “poter fare”. Un ambiente metropolitano abilitante, fortemente attrattivo e dinamico: obiettivo è il rinnovamento del DNA manifatturiero e dell’innovazione tecnologica, con la ristrutturazione e specializzazione dell’apparato industriale e l’incremento delle attività terziarie, accompagnato da un sistema universitario e della ricerca di eccellenza, puntando alla valorizzazione e attrazione di talenti, anche attraveso un’offerta culturale e una qualità della vita di elevato livello.

Come per le precendenti trasformazioni, la città punta molto sulla governance che in questa occasione dovrà essere ancor più forte ed allargata per intercettare e dare risposta a bisogni e aspettative di una città metropolitana di 2,2 milioni di abitanti. Di seguito una timeline delle principali tappe strategiche fino al 2025 (clicca sull’immagine per ingrandire).

 

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Opportunità e crisi

Le maggiori città italiane vivono attualmente un periodo cruciale di transizione. Se da un lato infatti la riforma Delrio impone una inevitabile crisi e frattura con il precedente assetto (urbanistico, sociale, economico, etc.) dall’altro questo cambiamento rappresenta l’occasione per evolvere in ambienti urbani più avanzati: oggi l’opportunità maggiore per un sistema territoriale è poter disegnare un nuovo futuro per il suo sistema economico e sociale. [se siete interessati al tema: a #SCE2014, la nuova geografia dei territori italiani]

Ai prossimi territori metropolitani è richiesto di dotarsi di competenze strategiche e progettuali efficaci, nonchè di adeguarsi a un contesto in rapido cambiamento con processi decisionali e operativi più agili, concreti e integrati.

Nello scenario competitivo globale la qualità della governance e della pianificazione strategica (clicca sull’immagine per ingrandire) diventano elementi più che essenzali, imprescindibili. Per assicurarsi crescita e competitività ogni territorio urbano deve assicurarsi una strategia di governo che copra il medio-lungo periodo. Un disegno programmatico, articolato in poche sezioni, capace di evidenziare il sogno, il progetto, il tempo e le priorità d’azione. Ecco in sintesi grafica i contenuti essenziali per una efficace strategia di sviluppo territoriale, realizzato da The European House – Ambrosetti.

 

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L’appuntamento di quest’anno a Smart City Exhibition mette a fuoco proprio la questione, sempre più urgente, di nuovi modelli di governo urbano: i sistemi territoriali del paese esigono una nuovagovernance. Non abbiamo più tempo di perseguire politiche verticali. A Bologna, durante i tre giorni di Smart City Exhibition (22-24 ottobre) ci sarà occasione di conoscere esperienze virtuose di respiro internazionale e approfondire nuovi modelli per il governo delle città.

 

 

FONTE: Forum PA

AUTORE: Martina Cardellini

 

 

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