Le aziende controllate dalle Pa avranno tempo fino al 30 novembre per dichiarare gli esuberi, che andranno comunicati alle rappresentanze sindacali entro il 10 dicembre e alle regioni entro il 20 dicembre. Dunque si allunga di ben 60 giorni il calendario per la gestione.
Si tratta di una prima fase in cui si cercherà di gestire gli esuberi, con l’obiettivo di assorbirli in ambito territoriale. Le Regioni dovranno favorire la mobilità degli esuberi, e chi non sarà ricollocato entro il 30 marzo entrerà sotto la gestione diretta dell’Anpal che avrà tempo fino al 30 giugno per chiudere la partita.
Le regole in arrivo chiedono alle società pubbliche di «motivare» l’esubero, spiegando cioè se proviene dalla liquidazione delle partecipazioni che non rispondono ai criteri imposti dalla riforma oppure dalla ricognizione del personale nelle altre aziende. L’impianto, con la creazione di elenchi nominativi da gestire con l’aiuto delle Regioni, resta quello già sperimentato con la ricollocazione del personale delle Province.
Ricordiamo che secondo il piano di razionalizzazione saranno consentite solo le partecipate pubbliche che svolgono le seguenti attività:
In caso di crisi aziendali si applicano regole privatistiche mentre gli amministratori risponderanno al giudice civile e alla Corte dei conti per danno erariale.