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Sport per disabili: ecco indicazioni e linee guida utili

lentepubblica.it • 17 Agosto 2021

sport-per-disabiliSport per disabili: in questo approfondimento forniamo alcune indicazioni e linee guida utili per comprendere meglio quali siano questi sport e come vadano praticati.


Lo sport può essere un’attività estremamente utile e virtuosa anche per i disabili. Scopriamo dunque nel nostro articolo come sono nate le attività sportive per le persone con problemi psico-fisici e quali sono le linee guida ministeriali utili in tal senso.

Lo sport per disabili pertanto, è lo sport praticato da persone con diversi tipi di disabilità fisica, psicomentale e sensoriale.

La nascita dello Sport per disabili: Ludwig Guttmann

Le competizioni internazionali dedicate agli atleti sordi iniziarono già nel 1924 con i Giochi silenziosi di Parigi organizzato dal Comitato Internazionale degli Sport dei Sordi (Comité International des Sports des Sourds).

Questi giochi si evolsero negli attuali Giochi olimpici silenziosi o Deaflympics governati dalla CISS. La CISS mantiene i suoi giochi separati.

Sir Ludwig Guttmann è stato un neurologo e dirigente sportivo tedesco naturalizzato britannico, celebre per aver promosso le attività fisiche delle persone con disabilità e averne organizzato il movimento sportivo, di cui è considerato il padre fondatore.

Nell’ambito delle sue funzioni:

  • decise di promuovere fin dall’inizio lo sport come metodo principale di terapia
  • utilizzandolo per plasmare e/o riplasmare i suoi pazienti con un fisico forte e il rispetto di sé.

Nel 1948 il medico inglese Ludwig Guttmann, nell’ambito delle sue funzioni, decise dunque di implementare questi sport.

E dal 1952, organizzò i cosiddetti Giochi di Stoke Mandeville per persone con disabilità, cresciuti nel tempo fino ad avere oltre 130 partecipanti stranieri, cosa che impressionò l’opinione pubblica internazionale e i dirigenti del movimento olimpico.

I giochi paralimpici

Fu lo stesso Luttwig che decise, su proposta e assieme all’italiano Antonio Maglio, di portare i giochi a Roma nel 1960. Poi riconosciuti come giochi paralimpici, manifestazione che continua tutt’oggi con crescente successo.

In Italia sono tuttora chiamati anche Paralimpiadi, che fu il termine usato ufficialmente fino al 2004. “Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili” designa la Federazione Italiana Sport Disabili come Comitato italiano paralimpico (CPI) e usa termini quali attività paralimpica e Paralimpiadi. Anche il successivo decreto di attuazione, pubblicato il 5 maggio 2004 sulla Gazzetta Ufficiale, mantiene la stessa terminologia.

I giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi olimpici veri e propri dal 19 giugno 2001 quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), il quale garantisce che la città candidata ad ospitare le Olimpiadi deve organizzare sia i Giochi olimpici sia i Giochi paralimpici.

Sport per disabili oggi

A oggi l’attività sportiva per disabili è molto diffusa. Sono molte le federazioni e le associazioni che organizzano gare e corsi per favorire l’integrazione umana e sportiva degli atleti con disabilità.

Tra questi ne citiamo giusto una buona parte nell’elenco qui di seguito:

  • Atletica per disabili
  • Baseball per disabili
  • Basket in carrozzina
  • Bocce per disabili
  • Canoa per disabili
  • Curling in carrozzina
  • Equitazione
  • Golf disabili
  • Hockey in carrozzina
  • Handbike
  • Judo per disabili
  • Nuoto per disabili
  • Scherma in carrozzina
  • Sci per disabili
  • Tennis in carrozzina
  • Tennis tavolo per disabili
  • Tiro a segno per disabili
  • Tiro con l’arco per disabili
  • Vela per disabili

Le linee guida del Ministero della Salute sullo Sport per gli Disabili

Il termine  “disabilità” è utilizzato  comunemente in una  ampia serie di condizioni  ma, propriamente, fa  riferimento alle  limitazioni funzionali ed  alle restrizioni nello  svolgimento delle attività  della vita quotidiana nella partecipazione alla  vita sociale a causa di  menomazioni fisiche,  mentali/intellettuali sensoriali conseguenti ad  una patologia o a un  trauma.

Con il termine  disabilità ci si riferisce  quindi alle differenti  modalità funzionali  dell’interazione tra un  individuo con un  problema di salute ed fattori contestuali  (ambientali e personali),  riguardando il rapporto  tra la persona e il suo  ambiente di riferimento.

Raccomandazioni

Le persone con disabilità neurosensoriale, ritardo mentale e disagio/disturbo psichico in grado  di svolgere attività fisica ad intensità medioalte dovrebbero essenzialmente seguire le linee guida per gli adulti, svolgendo almeno 150 minuti a settimana di attività fisica di intensità media, o 75 minuti a settimana di attività aerobica ad intensità elevata/vigorosa o una combinazione equivalente di attività aerobica di intensità moderata e vigorosa.

L’attività aerobica deve essere eseguita in sessioni della durata di almeno 10 minuti. Sono raccomandate anche attività di rafforzamento muscolare (per  allenare forza e resistenza muscolare) di intensità moderata o alta che coinvolgano tutti i principali  gruppi muscolari, due o più giorni alla settimana.

Qualora gli adulti con questo tipo di menomazione  non fossero in grado di raggiungere tali livelli, si raccomanda di evitare l’inattività e di impegnarsi a  svolgere una regolare attività fisica in base alle loro capacità, adattandola alle loro abilità.

Benefici dell’attività fisica

Per le persone con disabilità l’attività fisica e lo sport, oltre a ricoprire un ruolo essenziale in  campo riabilitativo, sono uno strumento essenziale per lo sviluppo psicofisico, per promuovere ed  educare all’autonomia, potenziare le capacità esistenti, accrescere l’autostima e per favorire  l’integrazione sociale.

Praticare attività fisica significa acquisire abilità motorie, ampliare e differenziare lo sviluppo  delle proprie competenze.

L’attività fisica produce importanti benefici per tutti i livelli di gravità della  disabilità; consente, ad esempio:

  • maggiore autonomia negli spostamenti
  • l’acquisizione di capacità  motorie e il loro corretto utilizzo nella vita scolastica, di relazione
  • e, nei casi meno gravi,  l’acquisizione di capacità motorie più complesse che permettono anche la pratica di una attività sportiva.

Migliora sia le funzioni neuromuscolari, respiratoria e cardiocircolatoria che le capacità di  organizzare, direzionare e regolare il movimento.

Quando abilità motorie sempre più complesse vengono acquisite e lo stato di fitness è  migliorato, questo permette anche la pratica di una attività sportiva.

Criticità attuali

Accedere all’attività fisica e sportiva per una persona con disabilità non ancora è facile, a causa  sia di ostacoli interni che di barriere esterne. Il setting sanitario può svolgere un ruolo fondamentale  nel facilitare la partecipazione delle persone con disabilità ad attività motorie e sportive.

A livello individuale dovrebbe essere offerta una valutazione medica specifica attraverso un  team multidisciplinare che possa indirizzare alle attività motorie più idonee, prevedendo nel caso di  disturbi psichiatrici con un importante compromissione del quadro psicopatologico un progetto  personalizzato e la supervisione da parte dello specialista di riferimento.

A livello di comunità dovrebbe essere favorita la creazione di reti che agevolino l’accesso delle  persone con disabilità al mondo dello sport e all’attività fisica.

Consigli per il personale medico

Nelle persone con disabilità, una fascia di popolazione a maggior rischio di sedentarietà e  scorretta alimentazione è fondamentale, inoltre, favorire un approccio complessivo nella promozione  di sani stili di vita affinché queste persone conoscano i benefici e i vantaggi che derivano non solo da  una regolare attività fisica integrata nella vita quotidiana ma anche da una corretta alimentazione e dal  contrasto ai fattori comportamentali che possono aggravare il rischio di patologie croniche.

Anche in  questo ambito sono necessari interventi che richiedono adeguate competenze e strumenti da parte degli  operatori sanitari, nonché la collaborazione tra strutture territoriali, ospedaliere e ambulatoriali, medici  di medicina generale, pediatri ed esperti di attività motoria, facilitata e consolidata dal lavoro comune  e da programmi di formazione congiunta.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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antonio pignatelli
antonio pignatelli
30 Agosto 2023 18:16

buonasera vorrei fare una domanda….. un’asd che vuol far praticare qualche ora di sport a ragazzi disabili che tipo di figure qualificate deve avere al suo interno? grazie attendo vs risposta