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Testamento cane o gatto: cosa dice la legge al riguardo?

lentepubblica.it • 21 Settembre 2021

testamento cane o gattoSentiamo sempre più spesso defunti che lasciano l’eredità ai loro animali, ma è possibile? Vediamo cosa dice la legge riguardo al testamento al cane o al gatto.


Testamento cane o gatto: all’estero (soprattutto negli Stati Uniti) sono tantissimi i defunti che lasciano l’eredità, anche milionaria, ai loro amici a quattro zampe.

Negli USA, infatti, è una pratica lecita, ma per quanto riguarda l’Italia?

Vediamo allora tutto ciò che c’è da sapere sul testamento a cani e gatti.

Testamento cane o gatto: cosa dice la legge italiana in merito

Partiamo subito dalla domanda principale: in Italia, possono essere nominati i proprio animali domestici come eredi del proprio patrimonio, al momento della morte?

La risposta è no: cani e gatti non possono comparire nell’elenco degli eredi in un testamento. Neanche se il testatore esprime la sua volontà in maniera esplicita, con la volontà di lasciare il suo intero patrimonio a loro.

Questo perché l’Italia non ritiene che cani, gatti e nessun altro animale abbiano capacità giuridica, che è il principale requisito per avere diritti e doveri. Nell’ordinamento italiano, infatti, gli animali sono considerati beni materiali, perciò non possono ricevere beni in eredità.

Gli animali, quindi, non rivestono la qualifica di soggetti giuridici, a differenza delle persone fisiche o delle persone giuridiche (come aziende o enti), perciò non sono portatori di diritti e doveri.
Se il testatore decide di lasciare la sua eredità al proprio amico a quattro zampe, il documento è da considerarsi nullo e privo di efficacia.

Testamento a cane o gatto: come poter tutelare i nostri animali dopo la morte

testamento cane o gattoData l’impossibilità di lasciare immobili o denaro in eredità ai nostri animali, come possiamo fare per tutelarli dopo la nostra morte?

Il proprietario può redigere un testamento olografo (ovvero, scritto di proprio pugno) o pubblico (ovvero redatto da un notaio), nel quale nomina un ente, un’associazione o una persona di fiducia che, dopo la morte, amministri l’eredità e si prenda cura del nostro animale domestico, lasciando delle risorse economiche per farlo.

Il volere del defunto è un vero e proprio onere e sarà soggetto a controlli da parte di chiunque abbia interesse a far rispettare la disposizione testamentaria (il quale può essere nominato dal testatore stesso).

È importante, però, non lasciare tutta l’eredità a favore della persona, dell’ente o dell’associazione, tagliando fuori gli eredi legittimi (ovvero il coniuge, i figli o la famiglia), altrimenti il testamento potrà essere impugnato.

Secondo la legge, infatti, l’eredità deve essere spartita prima fra gli eredi legittimi. La restante parte può essere dedicata ad altri, come ai nostri amici a quattro zampe.

Cosa fare se l’erede designato non si occupa del cane o del gatto?

Colui che viene designato dal testamento o chiunque ne abbia interesse nel controllare il rispetto della disposizione testamentaria può rivolgersi all’autorità giudiziaria e richiedere la risoluzione della disposizione testamentaria per inadempimento.

Dopo i relativi controlli, si potrà procedere alla revoca dell’eredità, insieme alle eventuali risorse economiche lasciate a condizione della cura dell’animale domestico.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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