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Tutti i motivi di critica mossi dalle PMI alla Legge di Stabilità 2015

lentepubblica.it • 2 Gennaio 2015

Le critiche delle PMI alla Legge di Stabilità in tema di credito d’imposta, Fondo Garanzia, aumenti IVA e Regime Minimi.

Il credito d’imposta del 10% concesso alle micro imprese non è sufficiente, l’estensione del Fondo di Garanzia alle grandi aziende rischia di snaturarne la missione, bisogna evitare che scatti la clausola di salvaguardia sull’IVA, che avrebbe effetti deleteri sui consumi: sono alcune delle principali critiche che arrivano dal mondo delle PMI alla Legge Stabilità 2015. Resta, sia da parte di Rete Imprese Italia sia da Confcommercio, un giudizio complessivamente positivo sulla manovra, che rispetto al passo presenta novità sul fronte delle misure espansive (taglio cuneo fiscale, aumento in busta paga).

Sul fronte delle critiche, Rete Imprese Italia ritiene poco convincente il taglio IRAP del 10% a favore delle micro imprese senza dipendenti, pensato per controbilanciare l’aumento dell’aliquota al 3,9%. In sede di audizione alla Camera, l’associazione di PMI aveva espressamente chiesto di pensare a un innalzamento della franchigia per i circa 3 milioni di piccole aziende che, non avendo dipendenti, non beneficeranno dal taglio IRAP sul costo del lavoro rischiando di pagare più tasse a causa dell’incremento dell’aliquota. Ma il -10% non è ritenuto sufficiente: Rete Imprese Italia attendeva una riduzione più significativa.

L’associazione ha a più riprese espresso perplessità anche sul nuovo Regime dei Minimi, che rischia di ridurre la platea degli aventi diritto al regime fiscale forfettario: anche qui, il Governo ha recepito la critica annunciando, per il 2015, misure ad hoc per le partite IVA, in particolare per i giovani.

Altro punto discusso, il Fondo di Garanzia, il cui accesso è stato ampliato alle aziende fino a 500 dipendenti.

La misura snatura la «funzione di sostegno alle imprese di minore dimensione, quelle che oggi incontrano maggiori ed evidenti difficoltà ad ottenere credito dalle banche» sottolinea Rete Imprese, secondo cui c’è il pericolo che il Fondo si trasformi «in uno strumento che consente alle banche di scaricare gran parte del rischio derivante dalle operazioni a favore di grandi imprese che non hanno certo bisogno della garanzia pubblica per ottenere credito, sprecando così risorse pubbliche. E tutto ciò a danno delle imprese di minori dimensioni.

Per quanto riguarda la clausola di salvaguardia IVA (se non verranno rispettati i risparmi previsti, le aliquote saliranno progressivamente dal 2016 fino a raggiungere il 13% e 25,5% nel 2018), Confcommercio segnala:

Uno spunto positivo arriva invece da Anseb (associazione nazionale società emettitrici di buoni pasto), che saluta positivamente l’innalzamento del valore esentasse a 7 euro per i buoni pasto elettronici, provvedimento che va incontro a richieste delle associazioni di categoria. La norma contenuta nei commi 16 e 17 dell’articolo 1 della manovra, entrerà in vigore dal primo luglio.

 

 

FONTE: PMI (www.pmi.it)

AUTORE: Barbara Weisz

 

 

tfr, web

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