Un’“iniziativa sacrosanta”, sostiene Beatrice Lorenzin, “per rispondere all’emergenza generata dalle fake news e al fatto che l’adesione spontanea alle campagne vaccinali non funziona, e dunque la rosa delle profilassi imposte va allargata”.
Il premier Paolo Gentiloni mette finalmente un punto parlando di unità del governo sulla obbligatorietà e annunciando la preparazione di un testo sui vaccini obbligatori da portare al Consiglio dei ministri di venerdì. Il premier stempera i toni e riporta il sereno grazie alla ‘parola magica’ collegialità.
Al momento, solo in Emilia Romagna e a Trieste i vaccini sono stati resi obbligatori a scuola: la giunta emiliana e il capoluogo friulano, a novembre 2016, hanno infatti varato una specifica legge che introduceva l’obbligo vaccinale per antipolio, antidifterica, antitetanica e antiepatite B per l’iscrizione agli asili nido e ai servizi educativi e ricreativi, pubblici e privati, a partire dall’anno scolastico 2017/2018.
A giugno arriverà il responso del Tar dell’Emilia Romagna sui due ricorsi presentati, complessivamente, da una trentina di famiglie (uno tramite il Codacons e l’altro da una ventina di famiglie riminesi) contro la legge.
In sostanza, dunque, quattro vaccinazioni sono teoricamente obbligatorie per tutti ma i bambini non vaccinati possono comunque andare a scuola con i loro compagni. Una regola contraddittoria in vigore dal 1999, dopo che dal 1967 al 1999 la vaccinazione era stata obbligatoria anche per l’accesso a scuole e asili.
Il testo che la Lorenzin ha consegnato al Presidente del Consiglio prevede tra l’altro che i certificati vaccinali debbano essere esibiti per l’iscrizione alle scuole “di ogni ordine e grado, pubbliche e private”.
La discussione al Governo è quindi iniziata. Per capire se e quando la proposta della Lorenzin sarà approvata bisognerà aspettare i prossimi mesi.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it