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Adempimenti per il contenimento della spesa inerente al fabbisogno allocativo delle Amministrazioni statali

lentepubblica.it • 11 Aprile 2014

Relazione concernente “Adempimenti volti a dare attuazione agli obiettivi di contenimento della spesa inerente al fabbisogno allocativo delle Amministrazioni statali (art. 2, comma 222 della legge n. 191 del 2009)”.

La Sezione centrale di controllo sulle Amministrazioni dello Stato ha approvato la relazione avente ad oggetto “Gli adempimenti volti a dare attuazione agli obiettivi di contenimento della spesa inerente al fabbisogno allocativo delle amministrazioni statali, sia con riguardo agli immobili in uso governativo, sia a quelli in locazione passiva”.
La relazione esamina quale sia stato il seguito dato alle disposizioni contenute nella legge finanziaria del 2010 relative alla razionalizzazione degli spazi utilizzati dalle Amministrazioni dello Stato ed al contenimento della spesa per locazioni passive nel periodo che va dalla loro entrata in vigore a tutto il 2012. L’istruttoria è stata incentrata esclusivamente  sulle Amministrazioni per le quali l’Agenzia del demanio era pervenuta alla elaborazione dei Piani di razionalizzazione, che, si rammenta, costituivano, e costituiscono, il fulcro della manovra prevista dal legislatore. Ciò ha comportato che il controllo abbia interessato la Presidenza del Consiglio, dieci Ministeri e tre Agenzie fiscali, nonché l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato (le cui sedi sono state unitariamente considerate in uno specifico Piano), la Guardia di finanza (anch’essa oggetto di specifiche previsioni), l’ISPRA e il NOE.
In esito alla articolata ricostruzione, complicata dalla mancanza di una sistematica conoscenza di tutti gli aspetti connessi alla attuazione del disposto legislativo da parte delle Amministrazioni, si è avuto modo di constatare che nel triennio all’esame le suddette Amministrazioni hanno posto in essere 619 interventi, da cui sono derivati risparmi annui per minori canoni di locazione pari a più di  28 milioni di euro e una riduzione degli spazi a disposizione degli uffici che supera di poco i 121.000 mq.
Per tali operazioni la relazione si è soffermata ad analizzare quali siano stati i risultati conseguiti, evidenziando, ovviamente solo per gli interventi previsti nei Piani, gli eventuali scostamenti registrati rispetto alle previsioni iniziali. A completamento sono stati valutati, ove comunicati, i risparmi aggiuntivi dagli stessi derivati e i costi sostenuti in occasione della loro realizzazione, al fine di verificare i tempi necessari per il loro ammortamento.
Un approfondimento è stato, infine, dedicato all’evoluzione dei beni immessi sul Portale attivato dall’Agenzia del demanio per acquisire in modo sistematico le comunicazioni prescritte dalla citata disposizione normativa.
In chiusura, il referto valuta complessivamente le problematiche emerse nella gestione delle attività in questione, fra le quali particolare peso riveste la rilevata assenza di un compiuto monitoraggio su tutte le operazioni poste in essere sull’intero territorio nazionale. Per ovviare a tale carenza, si segnala l’opportunità che si provveda ad adottare le adeguate misure organizzative in assenza delle quali i risultati ottenuti non possono essere apprezzati nel loro esatto valore, mancando il contesto entro il quale valutarli.
La Corte ritiene, infatti, che solo attraverso una gestione consapevole del patrimonio immobiliare utilizzato ad uso ufficio e delle iniziative avviate per diminuirne i costi potranno perseguirsi in modo adeguato gli obiettivi fissati dall’art. 2, comma 222, della legge finanziaria del 2010.

corte dei conti Deliberazione n. 2_2014_G

FONTE: Corte dei Conti

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