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Gli obiettivi delle nuove direttive comunitarie antiriciclaggio

lentepubblica.it • 15 Settembre 2015

antiriciclaggio, Voluntary DisclosureAdottare un approccio sovranazionale per ridurre i rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo nell’Unione europea, mettere a punto una metodologia condivisa che permetta di individuare, a livello europeo, tutti quei Paesi terzi che presentano lacune strategiche nel proprio quadro anti-riciclaggio. Sono in estrema sintesi, i due principali obiettivi contenuti nella nuova direttiva comunitaria e nel nuovo regolamento comunitario sul trasferimento dei fondi. Ecco tutte le novità della direttiva antiriciclaggio presentata dalla Commissione e approvata dal Parlamento europeo.

 

Il testo approvato alla fine di maggio

 

La quarta direttiva antiriciclaggio è stata approvata dal Parlamento europeo alla fine di maggio di quest’anno. Un risultato di grande rilievo che, in accordo con le più recenti raccomandazioni del Financial Action Task Force (FATF/GAFI), è stato raggiunto sotto la presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea e che rappresenta, per alcune disposizioni, un importante risultato nel quadro europeo della lotta al riciclaggio.

 

Il Registro centralizzato

 

Istituzione di un registro centralizzato, presente in tutti gli Stati dell’Unione europea, in cui dovranno essere indicati i nomi dei proprietari effettivi delle imprese, accesso alle informazioni sulla titolarità effettiva, nel rispetto delle norme sulla protezione dei dati, ad altre persone che siano in grado di dimostrare un interesse legittimo in relazione al riciclaggio, al finanziamento del terrorismo e ai reati associati, quali la corruzione, i reati fiscali e la frode; adozione di un approccio europeo che permetta di individuare tutti i Paesi terzi che presentano lacune strategiche in materia di normativa antiriciclaggio. Sono alcune delle principali disposizioni contenute nella quarta direttiva che mira alla trasparenza.

 

Internet e la valutazione del rischio

 

La nuova direttiva riconosce alle nuove tecnologie un ruolo di primo piano dato che offrono nuovi e innovativi metodi di riciclaggio di cui le autorità competenti degli Stati membri devono tenere conto nell’attività di contrasto. Un elemento da non sottovalutare in sede di valutazione del rischio considerato che la direttiva deve essere applicata anche a tutte quelle attività che sono esercitate attraverso la rete delle reti, ovvero internet.

 

Il ruolo dello scambio informazioni

 

Alle disposizioni indicate se ne aggiungono altre che riguardano le funzioni e la cooperazione tra le unità di informazione. In particolare tali unità potranno disporre di maggiori poteri in materia di scambio delle informazioni e attuare una più proficua collaborazione per identificare i riciclatori di capitali che operano a livello transnazionale. Infine la nuova direttiva riconosce la gravità e la natura transnazionale del riciclaggio di denaro derivante dai reati fiscali.

 

Un progetto che risale a due anni fa

 

Risale a due anni fa, ovvero al 2013, la presentazione da parte della Commissione europea della proposta di una quarta direttiva di attuazione delle raccomandazioni FATF-GAFI. Le raccomandazioni del GAFI definiscono un quadro globale e coerente di misure che i Paesi dovrebbero attuare per combattere il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo, e la proliferazione di armi di distruzione di massa. I Paesi hanno diversi quadri giuridici, amministrativi, operativi e diversi sistemi finanziari e, di conseguenza, non possono tutti adottare misure identiche per contrastare queste minacce.

 

Lo standard internazionale

 

Le raccomandazioni del GAFI, adottate nel febbraio 2012, esortano a mettere a punto uno standard internazionale, che i Paesi dovrebbero attuare mediante misure adeguate. Gli standard GAFI comprendono le raccomandazioni unitamente alle note interpretative insieme alle definizioni contenute nel glossario.  Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva antiriciclaggio nei rispettivi ordinamenti nazionali.

 

 

Fonte: Fisco Oggi, Rivista Telematica dell'Agenzia delle Entrate - articolo di Gianluca Di Muro
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