L’iniziativa è stata presentata nella sede dell’ Internal Revenue Service (l’Agenzia delle entrate statunitense) dal commissario-incaricato dell’Irs, David Kautter, e dal commissario del Cra (l’Agenzia delle Entrate canadese), Bob Hamilton.
Gruppo ristretto, ma qualificato
Oltre alle Agenzie delle entrate italiana, statunitense e canadese, il progetto Icap conta altre cinque amministrazioni finanziarie, quelle di Australia, Giappone, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. Tutti Stati membri del Forum permanente Ocse.
L’essenza del progetto Icap
L’obiettivo principale del piano è quello di consentire ai grandi gruppi internazionali di essere sempre in regola con le norme fiscali. Per questo Icap offrirà una piattaforma volontaria per l’utilizzo dei Country-by-Country Reports e altre informazioni allo scopo di facilitare la composizione di posizioni multilaterali trasparenti e collaborative tra i gruppi multinazionali e le amministrazioni fiscali, per fornire in anticipo alle multinazionali certezza, trasparenza e garanzia in relazione alla tassazione cui conformarsi.
In pratica, sarà attivato, per le imprese multinazionali di maggiori dimensioni, un regime opzionale di cooperative compliance su base internazionale e multilaterale, volto ad assistere tali imprese nella gestione dei rischi fiscali, fornire risposte e soluzioni a potenziali criticità tributarie, condivise tra le amministrazioni fiscali partecipanti al progetto.
La prospettiva a cui tende l’iniziativa è rafforzare la certezza giuridica per il contribuente e abbassare al minimo il livello dei rischi connessi alla potenziale doppia imposizione sulle transazioni a carattere transfrontaliero. In tale ambito il programma si sostanzia in un’analisi di risk assessment sui gruppi effettuata con modalità omogenee e condivisa tra le amministrazioni fiscali.