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Centrali Uniche di Committenza: criticità e opportunità negli Enti Locali

lentepubblica.it • 11 Novembre 2014

Pubblichiamo il contenuto delle slides di Alberto Barbiero e dal sindaco di Cotignola e presidente dell’Unione Bassa Romagna, Luca Piovaccari, illustrate  durante il convegno “Centrali di committenza e soggetti aggregatori: criticità ed opportunità” che si è tenuto a Milano,  il 7 novembre scorso,  nell’ambito dell’assemblea nazionale dell’Anci.

Il focus generale è ruotato attorno ai numeri della crisi italiana:

  • 50° posto nella classifica della economia digitale
  • 69° posto nella classifica della corruzione percepita
  • 97° posto nella classifica della qualità dei servizi delle istituzioni pubbliche

 

Una delle cause principali risiede probabilmente nell’incapacità cronica del nostro Legislatore di definire una normativa chiara, stabile ed equilibrata, in grado di contemperare i principi costituzionali di legalità ed efficienza esattamente il contrario di quello che succede nelle democrazie più evolute, laddove le esigenze di legalità e di efficienza si conciliano all’interno di un quadro equilibrato fatto di regole semplici e condivise.

Gli enti locali devono certamente utilizzare il mercato elettronico (MEPA) ma non a condizioni peggiorative rispetto al mercato locale: è auspicabile quindi un chiarimento definitivo in materia da parte del Legislatore, che delimiti la possibilità di acquisire prestazioni fuori MEPA a condizioni migliorative (cfr. Corte dei Conti sez. Emilia Romagna n. 286/2013).

Analogamente, si condivide l’esigenza di disporre il ricorso obbligatorio alle Centrali Uniche di Committenza (CUC) ma ci chiediamo se sia opportuno estenderlo alle spese di limitato importo(eppure, in assenza di un preciso intervento da parte del Legislatore dal 1° gennaio 2015 scatta il blocco generalizzato dei CIG…).

Il costo della centralizzazione delle piccole spese e di spese per l’acquisto di alcuni beni supera evidentemente ogni possibile economia di scala e mette a repentaglio la condivisione stessa del disegno riformatore generale con riferimento ai grossi acquisti.

–  Occorrerebbe ribadire sotto questo profilo la soglia di 40.000 euro per tutti gli enti (escludendo comunque le spese per somma urgenza)

–  Esentare da questa soglia gli acquisti di alcuni beni di largo consumo

 

Appare essenziale una regolamentazione equilibrata delle procedure decisionali, in grado di contemperare un adeguato coinvolgimento di tutte le rappresentanze politiche presenti nei territori.

Si potrebbero anche costituire alcuni organismi di coordinamento e di raccordo tra Unione e Comuni:

–  Assemblea generale dei Consigli comunali (da convocare almeno 2 volte all’anno)

–  Riunione plenaria delle Giunte comunali

–  Coordinamenti tematici degli Assessori

–  Commissioni consiliari dell’Unione allargate ai Capigruppo dei comuni (per i temi di maggior rilievo).

 

 

FONTE: ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani

 

 

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