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Controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate: useranno l’intelligenza artificiale

lentepubblica.it • 30 Maggio 2023

controlli-fiscali-entrate-intelligenza-artificialeL’Agenzia delle Entrate, in un recente documento, ha illustrato come saranno utilizzati gli algoritmi dell’intelligenza artificiale all’interno dei controlli fiscali.


Nel documento sulla valutazione d’impatto delle nuove analisi e selezione del rischio di evasione informatizzate si descrive in modo dettagliato come gli algoritmi potranno effettuare efficaci selezioni delle posizioni di contribuenti nei cui confronti avviare un’attività istruttoria.

L’attività di analisi del rischio si inserisce nell’ambito più generale della gestione del rischio di non conformità, volta a stimolare l’adempimento spontaneo, e a prevenire e contrastare l’inadempimento.

Tale processo risulta tanto più efficace quanto maggiore è la conoscenza del comportamento fiscale dei contribuenti, ricostruito attraverso lo studio approfondito e sistematico delle informazioni disponibili ed avvalendosi di strumenti di analisi avanzata dei dati.

Controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate tramite intelligenza artificiale

Secondo l’Agenzia delle Entrate grazie alla mole imponente di dati e informazioni presenti nell’anagrafe tributaria e nelle altre banche dati alle quali l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza hanno accesso, i risultati di queste analisi potrebbero consentire un vero e proprio salto di qualità alle azioni di contrasto all’evasione fiscale.

L’analisi del rischio fiscale ha lo scopo di individuare i contribuenti che presentano il rischio di operare, o aver operato, in violazione di norme di natura tributaria o in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario.

Una volta individuate le posizioni fiscalmente rischiose, le stesse sono trasmesse alle articolazioni organizzative che si occupano dei controlli, che effettuano ulteriori approfondimenti e valutazioni al fine di individuare i soggetti nei cui confronti avviare un’attività istruttoria.

L’Agenzia comunque specifica che nello svolgimento del processo di analisi viene sempre garantito l’intervento umano e, di conseguenza, non si fa uso di alcun tipo di processo decisionale completamene automatizzato.

Modelli di analisi

La scelta del modello di analisi tiene conto del fenomeno fiscale che si intende indagare, del patrimonio informativo disponibile nelle basi dati e del livello di qualità dei dati, preventivamente valutato.

Le analisi del rischio di evasione possono essere basate sui seguenti modelli:

  • sui dati dell’Archivio delle Entrate che, dopo l’effettuazione di una prima elaborazione eseguita in applicazione del criterio di rischio individuato, vengono, successivamente, collegati alle informazioni presenti nelle altre banche dati a disposizione dell’Agenzia delle entrate;

ESEMPIO: si individua inizialmente una platea di contribuenti che, dalle informazioni dei saldi dei rapporti finanziari, presentano elevati incrementi patrimoniali in un determinato periodo d’imposta, rispetto alla media degli incrementi registrati per le annualità precedenti; tale platea viene successivamente analizzata in base ai dati dichiarativi e ad altre informazioni rilevanti disponibili in Anagrafe tributaria, al fine di individuare eventuali casi anomali da sottoporre a controllo o, viceversa, per escludere posizioni che risultano coerenti con gli elementi informativi acquisiti.

  • sulle informazioni presenti nelle altre banche dati a disposizione dell’Agenzia delle entrate, alle quali, dopo l’effettuazione di una prima elaborazione eseguita in applicazione del criterio di rischio individuato, vengono successivamente collegati i dati dell’Archivio;

ESEMPIO: la platea iniziale può essere costituita dai contribuenti, titolari di P.IVA, che operano in uno specifico settore economico e che dichiarano ricavi o compensi inverosimili per la categoria di appartenenza, alla luce di alcuni elementi desumibili dalle banche dati a disposizione dell’Agenzia, quali i costi per le materie prime, le spese per il personale, etc.; il riscontro con le movimentazioni in avere risultanti sui conti correnti, indicative della possibile presenza di ricavi o compensi non dichiarati, permette di selezionare contribuenti a maggior rischio fiscale, da sottoporre ad attività istruttoria.

  • sui dati dell’Archivio integrati con le informazioni presenti nelle altre banche dati a disposizione dell’Agenzia delle entrate, effettuando, successivamente, le elaborazioni necessarie a riscontrare il criterio di rischio individuato;

ESEMPIO: il criterio di rischio può consistere, con riferimento ad una specifica platea di professionisti e/o titolari di attività di impresa, nello scostamento significativo tra l’ammontare dei compensi o ricavi dichiarati e gli importi dei flussi finanziari attivi risultanti dai dati dell’Archivio.

  • sui soli dati dell’Archivio;

ESEMPIO: il patrimonio informativo dell’Archivio può essere utilizzato per individuare, anche sulla base di appositi analisi statistiche, anomalie rilevanti nella distribuzione di alcune variabili quali ad esempio, il numero di accessi alle cassette di sicurezza, la frequenza dell’apertura e/o chiusura di rapporti, l’elevata numerosità di conti correnti e altre tipologie di rapporti finanziari.

Il documento completo

Potete consultare qui di seguito il documento dell’Agenzia delle Entrate.

 

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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