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Dal Regno Unito una mossa anti deficit: tassare le dimore di lusso

lentepubblica.it • 8 Ottobre 2014

La proposta, elaborata dai responsabili dell’economia del partito laburista, dato come prossimo inquilino di Downing Street, ha raccolto consensi e sponsorizzazioni trasversali e oscillanti. Da giorni è il tema centrale del dibattito, inamovibile dalle cronache e dalle pagine dei giornali. I liberal democratici, ago della bilancia, hanno già fatto pervenire il loro assenso, anche perché, nel 2010, furono proprio i loro esperti a porre le basi per l’introduzione d’un doppione dell’imposta sulla proprietà rimodulato e ridisegnato per le case di grande pregio. L’idea, avanzata più volte, fu poi definitivamente abbandonata, ma oggi ritorna, ciclica, ed è fortemente sponsorizzata proprio dai lib-dem.

Proprietà ricca, tasse di peso – Il piano presenta un solo punto di discrimine, la soglia dei 2milioni di sterline. Questo è lo spartiacque, in valore, che determina l’applicazione o meno della nuova imposta, almeno nei propositi dei proponenti. In pratica, se il valore di mercato riconosciuto ad un immobile oltrepassa questo limite monetario in via automatica si applicherà una aliquota dell’1 per cento sul valore che eccede i 2 milioni di sterline.

Extra tassa anche per le dimore di Sua Maestà – Caso piuttosto unico, l’esplicito riferimento anche alle ricche proprietà di Sua Maestà che, secondo quanto accennato nella proposta anticipata nelle sue linee generali sarà sottoposta alla medesima tassazione in base al valore eccedente i 2 milioni di sterline. La novità, in questo caso specifico, dovrebbe ricondurre nelle casse dell’erario all’incirca 10 milioni di sterline, ma si tratta solo d’una stima.

Alla ricerca della progressività perduta – Alcuni gruppi di proprietari hanno già indicato come punto debole della proposta laburista l’assenza d’un principio di progressività che, di fatto, secondo loro sembra scomparire sacrificato all’intento d’un atto punitivo nei confronti delle classi tradizionalmente più abbienti. La risposta dei laburisti non s’è fatta attendere. In modo piuttosto chiaro s’è riconosciuto, anzi, rivendicato che l’idea è di introdurre una tassa sulla ricchezza, ma utilizzando il parametro forse più incontrovertibile e incontestabile tra quelli offerti oggi dal panorama socio-economico britannico. Secondo, i responsabili laburisti hanno rivendicato il fatto che la tassa manterrà una sua intrinseca progressività dato che a seconda del valore d’una dimora si applicherà l’1% e, quindi, se la residenza di pregio vale 4 milioni di sterline, la resa della tassa sarà pari a 20 mila sterline, mentre se il valore è doppio, cioè 8 milioni di sterline, allora l’esborso extra sarà di 60mila sterline. In più, hanno specificato i responsabili economici del labour, la soluzione per i casi in cui il contribuente facoltoso si trovi in cattive acque e con i conti in rosso, sarà rappresentata dalla possibilità di poter rifondere il dovuto anche con modalità alternative, per esempio lasciando al fisco in eredità la somma necessaria al saldo del debito. Insomma, da questa nuova tassa sulla ricchezza non si sfuggirà.

Quanti i contribuenti e le dimore? – Difficile stimare le residenze oggi sul mercato il cui valore eccede i 2 milioni di sterline. Le prime stime e i primi report tracciati dagli interessati fanno variare il numero delle proprietà che ne costituiranno la base imponibile effettiva da 70 mila sin o ad un massimo di 122 mila. Molto naturalmente dipenderà dalle oscillazioni del mercato a partire dal momento della sua entrata in vigore. Infatti, l’1% si applicherà a una base eccedente il limite previsto a seconda come questa si evolva sul mercato, piuttosto elastico. Per esempio, una dimora di lusso che nel 2013 potrebbe avere un valore di riferimento pari a 5 milioni di sterline, successivamente, nel 2015, potrebbe vedere lo stesso valore di riferimento per la tassazione ridursi a 7 milioni determinando una contrazione di gettito. Stime libere, dato che, da diversi decenni, le case di lusso, almeno quelle britanniche, continuano a correre a velocità inarrestabile e l’unico dubbio potrebbe essere “il prezzo di mercato crescerà di 100mila sterline o di 30mila sterline il prossimo anno?”.

 

FONTE: Fisco Oggi – Rivista Telematica dell’Agenzia delle Entrate

AUTORE: Stefano Latini

 

Uk, fiscale

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