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Detrazione fiscale su caldaia 2018: ecco come sostituire quelle obsolete

lentepubblica.it • 1 Ottobre 2018

detrazione-fiscale-caldaia-2018Tutte le informazioni utili sulla procedura da seguire per usufruire delle detrazioni fiscali sulla caldaia per il 2018, per la sostituzione di quelle obsolete.


Gli incentivi fiscali per la sostituzione di una vecchia caldaia come funzionano? Ecco tutto quello che è necessario sapere in merito.

 

Detrazione fiscale su caldaia 2018: come funziona?

 

La detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici è confermata nel 65% degli importi a carico del contribuente, (da ripartirsi sempre in dieci quote annuali di pari importo) per sostituzione con pompe di calore ad alta efficienza, pompe geotermiche e solare termico mentre per le caldaie a condensazione è prevista tale detrazione con generatori di classe “A” con abbinata termoregolazione evoluta. Tale detrazione viene ridotta al 50% per le sole caldaie a condensazione di classe “A”.

 

In pratica che la detrazione Ecobonus caldaie 2018, sia:

 

  • detrazione 65%: se si installa una caldaia a condensazione di classe A e con contestuale istallazione di sistemi di termoregolazione evoluti;
  • detrazione 50% se si istalla una caldaia a condensazione di classe A;
  • detrazione 0%: se si istalla una caldaia di classe B.

 

Le spese caldaia sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi tramite 730 e Unico 2018, poiché trattasi di un intervento per migliorare il risparmio energetico rispetto alla situazione preesistente.

 

Nei condomini, inoltre, l’inquilino che, ad esempio, effettuerà la sostituzione del vecchio generatore con una caldaia a condensazione molto più efficiente o che sceglierà un generatore a energia rinnovabile, potrà trasferire l’ammontare della detrazione spettante a un soggetto terzo (l’azienda che esegue i lavori o un istituto di credito), utilizzando questa cessione come metodo di pagamento per la prestazione svolta.

 

Revisione delle caldaie non effettuata: cosa si rischia?

 

Se la manutenzione non viene eseguita secondo le disposizioni di legge il proprietario dell’impianto rischia una sanzione fino a 3.000 mila euro.

 

Occorre rivolgersi solo a manutentori o installatori in possesso dei necessari requisiti di legge (lettere C, D ed E del decreto 37/2008), ovvero le uniche figure professionali che sono abilitate ad operare su impianti di riscaldamento e di climatizzazione, su impianti idrosanitari e che possano realizzare, manutenere e controllare tali impianti.

 

Per maggiori informazioni potete leggere un approfondimento in merito a questo link.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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