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Dichiarazione dei Redditi: quali sono i rischi se non viene presentata

lentepubblica.it • 29 Marzo 2023

Rischi Dichiarazione dei Redditi non presentataQuali sono i rischi se non viene presentata la Dichiarazione dei Redditi? Vediamolo insieme.


Rischi Dichiarazione dei Redditi non presentata: come sappiamo, la Dichiarazione dei Redditi è il documento contabile, col quale il cittadino comunica all’Agenzia delle Entrate il proprio reddito annuale.

La devono presentare tutti i contribuenti che hanno percepito redditi da lavoro, dipendente o autonomo, da pensione, redditi di terreni o fabbricati così come redditi di impresa o di capitale.

Si può utilizzare il Modello 730, sia precompilato che ordinario (una scelta solitamente fatta dai pensionati e dai lavoratori dipendenti) o il modello Redditi (utilizzato solitamente dai lavoratori autonomi e dai professionisti con partita Iva).

I due modelli hanno scadenze diverse, che il contribuente deve rispettare, ma ha comunque 90 giorni di tempo dalla scadenza, per regolarizzare la propria posizione.

Ma cosa succede se non si presenta la Dichiarazione dei Redditi? Vediamolo insieme.

Rischi Dichiarazione dei Redditi non presentata: ecco quali sono

La Dichiarazione dei Redditi si dice “omessa”, quando le imposte evase superano i 50’000 euro. Oppure se non è stato presentato il modello, neanche entro i 90 giorni dalla scadenza.
Per chi non la presenta, ci sono gravi conseguenze, sia amministrative che penali.

La sanzione amministrativa va da un minimo del 120% al massimo del 240% dell’ammontare delle imposte dovute. La sanzione partirà da un minimo di 250 euro. Nel caso in cui non ci fossero imposte dovute, e dunque nulla da versare a tale titolo, si applicherà, per l’omissione della presentazione della dichiarazione in sé, una sanzione fissa tra i 250 euro e i 1000 euro.

La sanzione penale, invece, scatta in caso di inadempimento o in caso d’imposta evasa e se le ritenute evase superano i 50’000 euro. Così come specificato nel Decreto Fiscale della Legge di Bilancio 2020.

La pena prevede la reclusione da un minimo di due anni ad un massimo di cinque anni. La sanzione penale è applicata nei casi più gravi: nei casi in cui sussistono le esigenze cautelari (rischio di reiterazione del reato, inquinamento probatorio o pericolo di fuga dell’indiziato), è prevista anche la custodia cautelare in carcere.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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