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Flat Tax per Lavoratori Dipendenti nel 2019: ecco di cosa si tratta

lentepubblica.it • 18 Marzo 2019

flat-tax-lavoratori-dipendenti-2019Flat Tax per Lavoratori Dipendenti nel 2019: ecco le proposte, gli scenari e le simulazioni sulla portata della Riforma portata avanti in particolar modo dalla Lega.


La proposta sulla nuova Flat Tax, estesa dopo le partite IVA anche ai lavoratori dipendenti, riguarderebbe una doppia aliquota sul reddito familiare, con deduzioni progressive per ogni componente a seconda della soglia di reddito annuale.

Flat Tax per Lavoratori Dipendenti 2019

Secondo la simulazione effettuata dal Tesoro ‘la tassa piatta‘ riguarderebbe circa 16,4 milioni di famiglie con un vantaggio medio familiare di circa 3600 euro.

Due le aliquote previste nella simulazione:

  • il 15% fino a 80mila euro di reddito
  • il 20% per i redditi eccedenti tale soglia.

Del costo totale della misura, il peso della clausola di salvaguardia, secondo il documento, sarebbe di 4,4 miliardi.

Nell’ipotesi di simulazione si fa riferimento ad una flat tax che prevede una deduzione di 3mila euro per ciascun componente del nucleo familiare con reddito fino a 35mila euro mentre per i redditi superiori ai 50mila euro all’anno, secondo la simulazione, non sarebbe prevista alcuna deduzione.

Un impianto che, nei calcoli del Tesoro, costerebbe 59,3 miliardi di euro. La legge di bilancio di quest’anno prevede così un primo step: l’estensione della flat tax forfait al 15% per i lavoratori autonomi con ricavi fino a 65 mila euro.

Dal 2020 forfait del 20% sulla quota eccedente fino a 100.000 euro.

La misura attuale, secondo la relazione tecnica alla Legge di Bilancio, costerà il primo anno solo 330 milioni, con un impatto sui soli versamenti Iva ma, dopo un rimbalzo di 1,9 miliardi di costo nel 2020, si attesterà su un impegno per lo Stato pari a 1,4 miliardi.

La Flat Tax al 20% tra i 65 e i 100 mila euro per imprenditori e negozianti impegnerà 109 milioni nel 2020, 1,1 miliardi nel 2021 e 856 milioni nel 2022.

Le stime del Governo

Per la prima fase della Flat tax per le famiglie, per un primo colpo sostanzioso, non per tutti ma per tanti, servono 12-15 miliardi e sarebbe una rivoluzione epocale“,

ha dichiarato Matteo Salvini.

Sulla stessa linea il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri, padre della flat tax in salsa leghista, che in una intervista alla Stampa oggi ha rilanciato quanto:

“La nostra proposta di flat tax familiare è fattibile e ricordo che fa parte del contratto di governo. Spero di poterla illustrare al più presto a Luigi Di Maio”, ha detto sottolineando che la misura “avrebbe lo stesso impatto sui conti pubblici che ha avuto il reddito di cittadinanza”.

Quanto alle risorse per finanziarla Siri ha spiegato che si potrebbe cominciare

“dai tagli di spesa e con la rimodulazione delle tax expenditures”,

fino ad arrivare a toccare gli 80 euro del governo di Matteo Renzi:

“Non è un tabù, si possono pure toccare purché, e questo è molto importante, il risultato finale sia l’abbattimento complessivo della pressione fiscale”.

Nella Maggioranza la frattura si è già aperta.

“La flat tax costa 60 miliardi di euro e il nostro Paese non se li può permettere, dunque è una promessa che non si può mantenere”,

ha detto la ministra per il Sud Barbara Lezzi ospite del programma 24 Mattino – Morgana e Merlino su Radio 24.

Già ieri il vicepremier Luigi Di Maio aveva gelato l’alleato di governo.

“Sulla Flat tax familiare – aveva detto –  L’importante è non fare facili promesse alla Berlusconi, come rappresentanti dello Stato non dobbiamo mai dimenticarci di avere delle responsabilità nei confronti dei cittadini”.

La reazione delle opposizioni

L’opposizione intanto è già partita all’attacco.

“La Flat tax é una bufala senza spazi fiscali per sostenerla, l’hanno subito fatto capire a Salvini. L’insofferenza viene dagli imprenditori del Nord che hanno capito la mutazione genetica della Lega, che per prendere voti in tutta Italia paralizza il Paese”,

ha attaccato il segretario Pd Nicola Zingaretti a Circo Massimo su Radio Capital.

“Serve la progressività delle imposte, non l’illusione che se i ricchi hanno più soldi spendono di più – ha aggiunto -. Queste sono le teorie di Paperon de Paperoni, non di Paperino e Qui Quo Qua”.

 

Fonte: Confcommercio
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