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Tax Gap: imposte evase per 91 miliardi l’anno

lentepubblica.it • 2 Ottobre 2014

Ammonta mediamente a 91 miliardi l’anno l’importo delle principali imposte evase. La stima del cosiddetto ‘tax gap’ è contenuta nel Rapporto sull’evasione fiscale che il Ministro dell’economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, ha illustrato al Consiglio dei Ministri per essere poi presentato in Parlamento.

Nel Rapporto, previsto dal DL 66/2014, sono dettagliate le diverse tipologie evasive e gli strumenti di contrasto. Particolare rilievo al fine di una efficace lotta all’evasione viene attribuito alle sinergie operative tra le diverse ‘anime’ dell’Amministrazione fiscale, all’utilizzo sinergico delle banche dati e alla diffusione di strumenti di pagamento tracciabili, della fatturazione elettronica, della trasmissione telematica dei corrispettivi. Sulla base degli indirizzi che le Camere esprimeranno il Governo definirà un programma di ulteriori interventi per implementare l’azione di contrasto all’evasione fiscale.

In primo luogo, l’evasione fiscale costituisce un serio ostacolo alla realizzazione di un mercato pienamente concorrenziale. L’impresa che evade le imposte, infatti, riesce ad offrire i propri beni o servizi ad un prezzo più basso rispetto a quello praticato dagli operatori onesti, conquistando quote di mercato. Il mancato gettito per lo Stato si traducepoi in un inasprimento della pressione tributaria per le aziende in regola, con conseguenti, ulteriori effetti distorsivi. Contrastare l’evasione fiscale significa, quindi,tutelare le imprese sane e la loro potenzialità competitiva, incentivare l’iniziativa privata e creare condizioni più favorevoli per l’investimento interno e dall’estero. Significa, in sintesi, promuovere la crescita economica del Paese.

In secondo luogo, comportando un aumento del livello della pressione fiscale per i contribuenti che adempiono correttamente ai propri doveri fiscali, l’evasione genera iniquità sociale, mina i principi di solidarietà e legalità sui quali si fonda il “patto” tra lo Stato e i cittadini. Chi non dichiara quanto dovuto non soltanto ottiene per sé un vantaggio immediato, in termini di maggiori disponibilità finanziarie, ma trae vantaggio dall’onestà altrui, beneficia dei servizi pubblici finanziati dai contribuenti che ottemperano ai propri doveri tributari e può ottenere l’accesso ad agevolazioni e a servizi sociali originariamente previsti per i meno abbienti, negandone la fruizione agli effettivi destinatari.

In terzo luogo, l’evasione fiscale è strettamente connessa alla corruzione e alle attività della criminalità economico/organizzata. Come affermato dal Segretario generale dell’ONU, la corruzione “costituisce una minaccia allo sviluppo, alla democrazia e alla stabilità, distorce i mercati, frena la crescita economica, scoraggia gli investimenti esteri, erode il servizio pubblico e la fiducia nei funzionari pubblici” 1.

Il contrasto all’illegalità, alla corruzione, all’inefficiente uso delle risorse pubbliche, nonché, ovviamente, all’evasione fiscale è al centro dell’azione governativa. Questodocumento, dunque, si pone lo scopo di individuare una strategia di intervento ad ampio respiro per migliorare l’efficacia del contrasto all’evasione fiscale, puntando anche afavorire un cambiamento culturale nel Paese.

Ecco, dunque, i due piani dell’azione del Governo: da un lato, una solida azione di contrasto agli illeciti, al fine di intervenire in chiave strutturale sul fenomeno dell’evasione;dall’altro, un percorso di profondo miglioramento del rapporto fra il fisco e i contribuenti.

 

Consulta l’allegato: Rapporto evasione fiscale

 

FONTE: MEF – Ministero dell’Economia e delle Finanze

 

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