Il maxi-emendamento del Governo che recepisce l’intesa con l’Ue sulla manovra e permetta all’Italia di evitare la procedura d’infrazione è stato depositato in commissione Bilancio al Senato. Tra le novità più significative, c’è quella che riguarda l’Iva con aumenti per 23 miliardi nel 2020 e circa 29 miliardi sia nel 2021 che nel 2022. gli aumenti delle aliquote saranno sterilizzati totalmente nel 2019 ma l’aliquota ridotta del 10% aumentera’ dal 2020 di 1,5 punti percentuali e l’aliquota ordinaria al 22% salirà di 1,1 punti percentuali nel 2020 e di 2 punti percentuali dal 2021, oltre agli incrementi gia’ disposti nel testo del ddl Bilancio.
Di fatto, quindi, l’aliquota ridotta passerà dal 10 al 13%, e quella ordinaria salira’ al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021. Per effetto della nuova clausola, che prevede anche aumenti delle accise da 400 milioni l’anno dal 2020, il nuovo obiettivo di gettito sara’ pari a 23,07 miliardi nel 2020 e 28,8 miliardi nel 2021 e 2022.
Ecco tutte le cifre che la manovra economica conterrà se sarà approvato l’emendamento del governo presentato al Senato.
Il taglio sulle pensioni d’oro (che sarà valido dal 2019 per 5 anni) sarà del 15% per i redditi compresi tra 100mila e 130mila euro lordi e arriverà al 40% per quelle superiori ai 500mila euro. Cinque in tutto le aliquote previste.
Previsto un taglio:
– del 25% per gli assegni compresi tra 130.001 e 200mila euro,
– del 30% per quelli compresi tra 200.001 e 350.000 euro,
– del 35% tra i 350.001 e i 500.000 euro.
Taglio per 3 anni dell’adeguamento delle pensioni oltre i 1.522 euro al mese (3 volte il minimo): la decurtazione maggiore, fino al 60%, scatta per gli assegni oltre i 4566 euro. L’indicizzazione piena ci sarà solo per le pensioni fino a 1.522 euro, poi sono previste sei fasce di tagli. L’adeguamento sarà infatti del 97% per assegni tra fino a 2029 euro, 77% fino a 2537 euro, 52% fino a 3042 euro, 47% fino a 4059 euro, 45% fino a 4566 euro e 40% oltre 4566 euro, che è nove volte il minimo.
Deve essere messo a punto “entro il 30 aprile” il nuovo “programma di dismissioni immobiliari” che punta a ottenere non meno di 950 milioni aggiuntivi nel 2019 e altri 150 milioni l’anno nel 2020 e 2021. Il piano individuerà le “modalità di valorizzazione dei beni” dello Stato, della Difesa, come le caserme in disuso, e delle altre pubbliche amministrazioni. Agli enti locali che contribuiscono andrà una quota degli introiti tra il 5 e il 15%.
Presidenza del Consiglio, ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali e università non potranno assumere personale a tempo indeterminato prima del 15 novembre 2019. Non compaiono invece gli enti locali. Secondo la Relazione tecnica i risparmi sono pari a 100 milioni in termini di indebitamento netto.
Arriva la nuova web tax sui servizi digitali. La nuova misura con aliquota al 3% sui ricavi dovrà essere versata entro il mese successivo a ciascun trimestre. Verrà applicata ai soggetti che prestano servizi digitali e che “hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e che hanno un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5mln di euro. Nelle casse dello Stato dovrebbero entrare 150mln nel 2019, 600mln nel 2020 e 600mln nel 2021.
Per l’avvio e la realizzazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico sono stanziati 800 milioni di euro per il 2019 e 900 mln per ciascuno degli anni 2020 e 2021. Alla copertura degli oneri – spiega la relazione tecnica – si provvede tramite la riduzione del Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali.
Fonte: Confcommercio