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Pagamenti Pa: l’Unione Europea apre una procedura d’infrazione contro L’Italia

lentepubblica.it • 18 Giugno 2014
La Commissione europea ha deciso, con procedura d’urgenza, di notificare all’Italia una lettera di messa in mora per violazione della direttiva europea sui ritardi nei pagamenti alle imprese della Pubblica amministrazione, che e’ stata recepita da una legge nazionale nel marzo 2013.

La Commissione europea ha deciso, con procedura di urgenza, di notificare all’Italia una lettera di messa in mora per violazione della direttiva europea sui ritardi nei pagamenti alle imprese della Pubblica amministrazione, che e’ stata recepita da una legge nazionale nel marzo 2013. “Le norme Ue impongono il pagamento dei debiti entro 30 giorni, e la Pubblica amministrazione italiana paga le fatture in media in 180 giorni, che diventano 210 nel settore dei lavori pubblici – ha ricordato Tajani annunciando l’iniziativa – L’Italia – ha aggiunto – e’ il peggior pagatore d’Europa, la Grecia paga in 155 giorni”.

La contestazione della Commissione europea riguarda diversi aspetti tra cui quello dell’interesse di mora applicato da diverse amministrazioni pubbliche nei propri bandi che continua a essere inferiore al tasso previsto dalla direttiva, cioe’ quello di riferimento della Bce aumentato almeno dell’8%. Infine l’eccesso di discrezionalita’ per definire il momento di stato di avanzamento lavori, passaggio “essenziale” ha spiegato Tajani, perche’ l’impresa possa emettere la fattura. In sostanza, “lasciare margini di manovra troppo ampi significa che le imprese saranno pagate quando l’ente pubblico vorra’”. Non solo: Bruxelles mette sotto tiro anche il decreto legge 66 del 2014 la cui conversione e’ prevista per oggi: “Sono insufficienti a rispondere alle contestazioni della lettera di messa in mora”, dice Tajani.

Il rilievo principale e’ che le sanzioni agli enti che ritardano i pagamenti “non scatterebbero in caso di ritardo del pagamento ma solo in caso di ritardo nella certificazione del ritardo che consento lo sconto della fattura in banca”. Peraltro la certificazione, secondo l’analisi della Dg industria, non funziona: il 60% degli enti a cui e’ stata richiesta non ha risposto. Del restante 40% solo il 3% delle richieste e’ stato evaso e ha consentito di arrivare al pagamento delle fatture attraverso le banche (con uno sconto del 2% sul capitale). Secondo Tajani occorrerebbe modificare il patto di stabilita’ interno per evitare casi in cui un dirigente amministrativo possa essere sanzionato perche’ rispettava la direttiva europea sui pagamenti sforando i limiti finanziari.

Tajani ha ricordato inoltre che la posizione della Commissione europea e’ che il pagamento degli arretrati alle imprese viene considerato un “fattore mitigante” ai fini della valutazione del rispetto del patto di stabilita’ europeo. Secondo i dati Bankitalia restano da pagare 75 miliardi. Tajani ha segnalato oggi che i fondi stanziati in diverse fasi degli ultimi dodici mesi per pagarli ne coprono circa un terzo.

FONTE: Confcommercio

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