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Taglio delle Partecipate Pubbliche: più tempo per organizzarlo

lentepubblica.it • 20 Marzo 2017

istat_societa_partecipateTre mesi in più per mettere a punto i piani sul taglio delle partecipate pubbliche. Lo prevede l’intesa sul decreto bis tra Governo, Regioni e Comuni, secondo quanto riferito al termine della Conferenza unificata.


 

La ricognizione straordinaria per l’eliminazione per le società fuori target viene prorogata dal 30 giugno al 30 settembre. La determinazione della nuova scadenza deriverebbe dai tempi tecnici necessari per l’entrata in vigore del provvedimento correttivo, che ora dovrà ottenere anche i pareri parlamentari.

 

“Con l’Intesa di oggi si consente alle società che gestiscono servizi di interesse economico generale quali trasporto pubblico, acqua, gas, rifiuti, di concorrere nel mercato dei servizi pubblici locali purché abbiano un bilancio in attivo. Si consente dunque alle società partecipate dai Comuni di non svendere il proprio patrimonio e di lavorare per quelle aggregazioni industriali necessarie al miglioramento dei servizi al cittadini in termini di efficienza, efficacia ed economicità”.

 

Così il sindaco di Chieti e vicepresidente Anci con delega al Personale, Umberto Di Primio, al termine della Conferenza Unificata che ha trovato l’accordo sul decreto legislativo della Legge Madia sulla riorganizzazione delle società a partecipazione pubblica degli enti locali. “Parliamo di società – ha detto Di Primio – che gestiscono trasporti, energia, gas, acqua e rifiuti. Se ci viene chiesto di “mantenere” società che per fatturato, organizzazione e controlli siano in grado di affrontare il mercato, è giusto che queste società possano poi concorrere nello stesso senza limitazioni e con il know how acquisito in anni di gestione di servizi fondamentali nei Comuni”.

 

Altro punto chiesto e ottenuto dall’Anci è quello dell’abbassamento della soglia di fatturato necessario per il mantenimento delle società.

 

“L’intesa che si è trovata – ha riferito il vicepresidente Anci – prevede una prima fase che possiamo definire transitoria fino al 2020, in cui la soglia della media triennale di fatturato sarà pari a 500mila euro Solo successivamente, scatterà la soglia del milione di euro e ciò consentirà da un lato, nell’immediato, a molti piccoli Comuni di non dismettere società che in aree svantaggiate del Paese, pur avendo un fatturato basso, erogano servizi essenziali, dall’altro di procedere nel prossimo triennio ad aggregazioni societarie in grado di offrire servizi più competitivi”.

 

Di Primio ha riferito infine che l’Anci ha presentato unulteriore richiesta al governo per limitare il controllo ispettivo della Ragioneria generale dello Stato alle sole società controllate e non a tutte le partecipate pubbliche. “Il Governo – ha concluso Di Primio –ha messo a verbale che il controllo riguarderà solo l’applicazione del decreto nelle nuove società e non tutto lo spettro di controlli, ben più ampio, previsto dall’articolo 6 del Dl 95/2012 richiamato dal testo unico sulle partecipate”.

 

Fonte: ASFEL - Associazione Servizi Finanziari degli Enti Locali
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