Pignoramento Prima Casa 2019. Risulta possibile subirlo?
La prima casa, nonostante la sua sacralità per la legge italiana, non sempre è inattaccabile. Può essere potenzialmente pignorata, cioè oggetto di una procedura esecutiva. Che comunque ha delle regole diverse rispetto a un pignoramento di conti correnti.
Ma in quali casi questa fastidiosa eventualità si può verificare?
Le possibilità che un immobile sia oggetto di pignoramento cambiano in base alla tipologia di creditore e alle diverse condizioni che si possono riscontrare di volta in volta.
Per la legge italiana, infatti, c’è creditore e creditore:
È altrettanto noto che l’Agente della Riscossione esattoriale – uno per tutti: Agenzia Entrate Riscossione – non possa pignorare la prima casa. Quindi nel primo caso il pignoramento della prima casa nel 2019 non è possibile.
L’istituto della impignorabilità della prima casa è stato introdotto nel nostro ordinamento dal decreto del fare n. 69/2013 (convertito con modificazioni dalla L. 9 agosto 2013, n. 98). Il decreto, attraverso l’art. 52, comma 1, lettera g), ha modificato l’art. 76, comma 1 del D.P.R 602/1973 “Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito” .
E negli altri casi?
La risposta è molto differente.
Ciò detto: tutti gli altri creditori, possono pignorare e proseguire il processo esecutivo fino alla vendita dell’unico immobile del debitore.
Quindi banche e finanziarie, familiari e chi ha vinto la causa contro il debitore possono operare il pignoramento prima casa 2019 senza alcun problema.
In questi casi la casa è pignorabile poiché il divieto di pignorabilità è volto soltanto agli agenti di riscossione.
L’art.4 del D.L. n. 135/2018 (c.d. Decreto Semplificazioni), ha introdotto l’allungamento dei tempi per l’estinzione delle rate di debito. Ma non solo.
Sono stati raddoppiati anche i giorni di tolleranza in caso di omesso o ritardato versamento delle rate di debito. Inoltre è stata semplificata la possibilità di convertire l’atto sostituendo al bene mobile o immobile pignorato una somma di denaro.
Laddove il pignoramento riguarda beni immobili o cose mobili, il giudice con la stessa ordinanza può disporre, se ricorrono giustificati motivi, che il debitore versi a rate, entro il termine massimo di quarantotto mesi (anziché trentasei) la somma determinata per la conversione.
In caso di omissione o di ritardo di oltre trenta giorni (e non più quindici giorni) nel pagamento, le somme già versate entreranno a far parte dei beni pignorati.
Ricordiamo che chi non paga le cartelle di pagamento entro 60 giorni dal loro ricevimento può subire l’ipoteca sulla casa e il successivo pignoramento.
Perché possa essere iscritta ipoteca è necessario che:
Prima di giungere al pignoramento della prima casa da parte della banca, una soluzione potrebbe essere quella di procedere per altre vie e prendere in considerazione l’ipotesi, magari, di vendere l’immobile per saldare il debito e lasciare, in ogni caso, una somma che permetta di andare avanti.
Oltre a trovare un accordo con il creditore – accordo che, di norma, è sempre percorribile, attesa l’incertezza, i costi e i tempi legati alla procedura esecutiva immobiliare – è possibile sperare che, dopo alcune aste, il bene non venga venduto.
In tal caso, vengono in soccorso due strumenti:
In più il debitore può sempre pagare una parte del debito spontaneamente per far scendere il tetto sotto i 120mila euro e così far venire meno una delle condizioni per il pignoramento.