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Politica fiscale: problemi non solo per l’Italia, gatte da pelare anche per il Regno Unito

lentepubblica.it • 21 Agosto 2014

Rafforzare le finanze pubbliche senza compromettere la crescita economica, aumentando la tassazione sugli immobili e sulle emissioni inquinanti e tagliando alcune delle numerose agevolazioni fiscali esistenti. Queste alcune delle raccomandazioni formulate al Governo britannico dal Fondo monetario internazionale nel report, pubblicato recentemente, dedicato all’economia d’oltremanica.
 
Crescita economica tra luci ed ombre 
Crescita costante, inflazione contenuta e disoccupazione in discesa. Sono questi i dati principali sull’economia britannica contenuti nel report del Fmi.
Secondo l’organizzazione con sede a Wasghinton, il prodotto interno lordo del Paese dovrebbe crescere del 3,2% nel 2014, mentre per il 2015 di circa il 2,7%. La disoccupazione, invece, dovrebbe diminuire dal 6,9% al 6%.
I tecnici del Fondo evidenziano anche gli effetti positivi di alcune riforme strutturali avviate di recente dal governo di Londra. Nel settore finanziario, sono state rafforzati i poteri delle autorità di controllo,in primis della Financial Conduct Authority (FCA); giudizio positivo anche per la nuova politica monetaria promossa dalla Banca d’Inghilterra e per le misure adottate per sostenere la liquidità delle banche con l’obiettivo di rinvigorire il credito a imprese e contribuenti. Permangono però, sottolinea il report, alcuni ostacoli strutturali alla crescita economica: il mercato immobiliare, ad esempio, continua ad essere causa di potenziali rischi finanziari, la sterlina è ancora sopravvalutata, e il livello del debito pubblico, nonostante una recente riduzione, è ancora alto. Il governo di Downing Street, inoltre, sebbene le proiezioni dell’Fmi prevedano una riduzione del tasso di disoccupazione, dovrebbe intervenire in modo più incisivo sul mercato del lavoro, anche attraverso nuovi incentivi alle imprese.
 
Politica fiscale sotto la lente d’ingradimento 
L’organizzazione con sede a Washington raccomanda alla Gran Bretagna una serie di riforme in ambito fiscale, dando priorità a quella sulla proprietà immobiliare. Aumentare la tassazione sugli immobili, infatti, comporterebbe una serie di vantaggi per la società e l’economia britanniche: una redistribuzione più equa degli alloggi (risolvendo in parte la grave emergenza abitativa) e un aumento delle entrate tributarie. L’Fmi raccomanda anche una revisione delle numerose agevolazioni fiscali presenti nel sistemo tributario d’oltremanica, con il taglio, ad esempio delle aliquote ridotte per l’Iva (il cui ammontare è pari al 2,5% del Prodotto interno lordo annuo del Regno Unito) e un aumento della tassazione sull’utilizzo delle sostanze inquinanti.
In ambito fiscale, il Fmi apprezza l’impegno del governo di Londra nel contrasto all’evasione, inserito dalla Gran Bretagna nel 2013 come obiettivo del proprio turno di presidenza del G8.
Su questo fronte, si è conclusa da poco una consultazione pubblica ed è prevista a breve una nuova legge che garantisca la trasparenza fiscale degli assetti societari sia sul suolo britannico sia nei territori d’oltremare (Bots) e negli Stati Crown dependencies (Cds). In base a quanto degli standard internazionali in materia verrà recepito nella legislazione nazionale, l’attuazione delle nuove norme comporterà non poche ripercussioni sul piano economico-finanziario, soprattutto nei Bots e nei Cds, molti dei quali sono paradisi fiscali.
Infine, incassa il giudizio positivo del Fmi l’attività di analisi dei dati sull’impatto della politica di consolidamento fiscale avviata negli ultimi anni da Londra.
Secondo l’organizzazione di Washington, il governo britannico dovrebbe stabilizzare e pubblicizzare questo tipo di attività per favorire una discussione pubblica informata sull’attuazione della politica fiscale.

 

FONTE: Fisco Oggi – Rivista Telematica dell’Agenzia delle Entrate

AUTORE: Alessandra Gambadoro

 

UnionJack

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