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Poste Italiane: relazione gestione economica dalla Corte dei Conti

lentepubblica.it • 10 Marzo 2015

Poste italiane S.p.A. chiude l’esercizio 2013 con un utile di 708,1 mln di euro (722,2 mln del 2012), risultato cui hanno contribuito sia l’utile conseguito dal BancoPosta (374 mln di euro) sia l’iscrizione in bilancio del provento straordinario di 217,7 mln di euro, relativo ai crediti per la deducibilità dall’imponibile IRES dell’IRAP sostenuta sul costo del lavoro, maturati nei periodi di imposta 2004-2006.

I ricavi totali si attestano a 9.432,8 mln di euro (-0,5% sul 2012) con i servizi postali che cedono il 6,2% rispetto al 2012 ed i servizi BancoPosta che conseguono ricavi in linea con l’anno precedente (+0,1%). I costi sono pari a 8.515,4 mln di euro (-0,2% sul 2012). Il costo del lavoro si attesta a complessivi 5.915,8 mln di euro (+1,7% sul 2012) con significativo incremento (+12,3% sul 2012) del costo del personale dirigente, che raggiunge i 150,5 mln di euro.
Tra le operazioni rappresentate in bilancio è da segnalare il reintegro nel patrimonio della Società dell’importo di 568,4 mln di euro dedotto nel 2008 dai “Risultati portati a nuovo” e trasferito al MEF in esecuzione della decisione della Commissione Europea (C42/2006 del 16 luglio 2008) per asseriti “Aiuti di Stato”; somme che saranno restituite alla Società in esito alla sentenza del Tribunale della Comunità Europea del 13 settembre 2013, che ha annullato la precedente pronuncia della Commissione.

A livello di Gruppo si registra un utile di esercizio di 1.004,9 mln di euro (inferiore di 27,6 mln rispetto a quello del 2012) al quale contribuisce per la gran parte l’apporto dell’Area Servizi Assicurativi.
Di contro, la perdurante contrazione dei volumi e dei ricavi della corrispondenza tradizionale appare destinata ad incidere negativamente anche sul bilancio del 2014, come risulta dalla “semestrale” 2014 della Società.
Anche per il 2013 il tema delle dinamiche concorrenziali nel settore postale è stato oggetto di valutazione da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che ha ribadito la necessità di ulteriori interventi normativi, al fine di assicurare l’effettiva apertura del mercato. L’Autorità di regolamentazione del settore postale (AGCom) ha invece posto l’accento sui possibili meccanismi regolatori da adottare nell’ambito del servizio di recapito, al fine di favorire la concorrenza in tutte le fasi della filiera, consentendo agli operatori condizioni di accesso.

Particolare attenzione richiedono le problematiche riconducibili al funzionamento delle strutture territoriali dei processi postali, per il permanere delle criticità già manifestatesi nei periodi precedenti, cui il management ha contrapposto il potenziamento dei sistemi di controllo mediante iniziative di sensibilizzazione dei responsabili dei Centri di recapito e verifiche esterne sull’operatività dei portalettere.

Nel settore dei servizi finanziari – che conferma anche per il 2013 la sua redditività – l’accresciuta complessità della normativa di riferimento (antiriciclaggio, contrasto al finanziamento del terrorismo, trasparenza e correttezza nei rapporti con i clienti ecc) continua a richiedere una intensa attività di adeguamento degli assetti procedurali, con il perdurare di situazioni di incompletezza e ritardi, che necessitano di forti accelerazioni ai fini di un completo allineamento.
La Corte raccomanda il massimo impegno della Società, per l’adozione di idonei, definitivi interventi atti a fronteggiare tali problematiche, di rilevante impatto sotto diversi profili.

La società ha dato impulso alle attività propedeutiche alla definizione del processo di privatizzazione avviato dal Governo, che per Poste italiane S.p.A. prevede l’alienazione fino ad un massimo del 40% della quota di partecipazione detenuta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Quanto alla operazione Alitalia-CAI, dopo la sottoscrizione, nel dicembre 2013, dell’aumento di capitale per 75 milioni di euro, Poste italiane SpA, nel mese di agosto 2014, ha proceduto  ad un ulteriore investimento di 75 milioni di euro, nell’ambito di un intervento complessivo di 300 milioni dei principali azionisti di Alitalia. A tale decisione la Società è pervenuta dopo un approfondito esame del nuovo progetto di business della Compagnia aerea, e la fissazione di condizioni protettive per l’investimento, con aree di ritorno coerenti con il Piano industriale in via di definizione.

 

 

 

 

FONTE: Agen Parl – Agenzia Parlamentare per l’Informazione Politica ed Economica

AUTORE: Diego Amicucci

 

 

 

 

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