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Ristrutturare casa: ecco una guida per ottenere le agevolazioni

Giusy Pappalardo • 18 Giugno 2021

ristrutturare-casaRistrutturare casa: ecco una guida completa a come farlo a norma di legge e a quali agevolazioni spettano.


Ristrutturare casa. Una pratica che per molti cittadini è quasi d’obbligo e che spesso, purtroppo, procura non pochi grattacapi.

Per questo motivo, qui di seguito vi forniamo una guida su come ristrutturare casa e a quali agevolazioni fiscali possono spettare quest’anno.

Così da poter fare in modo che ristrutturare casa non diventi un onere impossibile da sostenere a livello economico. Cercando pertanto di non alleggerire troppo il portafogli, di ottenere delle agevolazioni e di ragionare anche in maniera sostenibile.

Ristrutturare casa: perchè?

Ristrutturare casa spesso vuol dire non solo sistemare la propria abitazione. Ma spesso non è altro che un investimento per il futuro: non solo per necessità ma anche per aumentare la comodità degli ambienti esistenti.

Ma alle volte diventa l’unico modo per evitare che un ambiente infiltrato, ammuffito e stantio possa non essere un pericolo per la nostra incolumità e per la nostra salute.

Se vogliamo elencare in breve l’importanza di cosa occorre fare:

  • in primo luogo è fondamentale scegliere l’ordine secondo il quale si vogliono eseguire i lavori,
  • poi serve scegliere i fornitori da contattare
  • e infine fare un’importante scelta relativamente ai materiali da utilizzare.

La pianificazione

L’ordine secondo il quale si vogliono eseguire i lavori è fondamentale. A volte basta semplicemente mettere a punto una strategia efficace per evitare di trovarsi, nel bel mezzo dei lavori, in situazioni sconvenienti e delicate.

Occorre pertanto individuare le proprie esigenze e quelle della casa, operando una prima cernita su quali sono i lavori essenziali da fare e quelli che si possono evitare.

Scegliere i fornitori

Importante però che i lavori vengano effettuati per come si deve. Se non si è in grado di fare in autonomia lavori di ristrutturazione è meglio affidarsi alle mani esperti di un professionista.ristrutturare-casa-personale

In tal caso serve assolutamente affidarsi a un esperto di interni, di edilizia e tantomeno di normativa.

Solitamente ci si rivolge spesso a qualche impresa che è stata consigliata da parenti e amici. Non che questa non sia un’alternativa valida, se il fornitore è affidabile, per carità. Spesso però non basta.

Nella maggior parte dei casi è asupicabile rivolgersi a un’Impresa del settore, che deve essere specializzata nelle opere che deve eseguire, o per lo meno deve avere una esperienza consolidata. Occorre anche che abbia delle referenze, sia che siano fornite da tuoi conoscenti, sia che siano fornite sotto forma di una serie di interventi similari che ha eseguito.

Sostenibilità: riparare anzichè costruire da zero

Infine, riparare anziche sostituire completamente: procedere alla completa eliminazione del vecchio e ristrutturare la casa dalle fondamenta non è conveniente né dal punto di vista economico né rispettoso dell’ambiente. Nel caso di vecchi mobili, ma anche di tante altre parti dell’abitazione (pareti, infissi, ecc.), è sempre meglio riparare o svecchiare che sostituire: oltrettutto molti di questi lavori possono essere fatti autonomamente.

La produzione di materiali di scarto sarà notevolmente ridotta e, di conseguenza, lo sarà anche l’impatto ambientale.

Ciliegina sulla torta: evitare materiali che contengano sostanze chimiche pericolose per la nostra salute, ovviamente, ma anche difficili da smaltire.

ristrutturare-casa-agevolazioniLe agevolazioni per ristrutturare casa

L’agevolazione fiscale sugli interventi di ristrutturazione edilizia è disciplinata dall’art. 16-bis del Dpr 917/86 e consiste in una detrazione dall’Irpef del 36% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro per unità immobiliare.

Tuttavia, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2019 è possibile usufruire di una detrazione più elevata (50%) e il limite massimo di spesa è di 96.000 euro.

Per il 2019 che si può fare?

Sarà ancora possibile, fino a tutto il 2019, chiedere una detrazione Irpef del 50% su un tetto massimo di spesa di 96mila euro per ciascuna unità immobiliare. Dal 1° gennaio 2020, a meno che intervenga un’ulteriore proroga, la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e il limite massimo di spesa sarà di 48mila euro. Stessa agevolazione confermata per chi acquista, entro l’anno in corso, un box, un posto auto o una casa in un edificio interamente ristrutturato.

Per quanto riguarda le opere antisismiche, è il caso di ricordare che, oltre a importi più elevati, sono previsti tempi più lunghi e regole più specifiche per usufruirne. Per le spese sostenute dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2021, la percentuale di detrazione può arrivare, infatti, fino all’85%. Inoltre, per gli interventi condominiali è possibile per i beneficiari, in alternativa alla fruizione della detrazione, cedere il corrispondente credito. Al tema del “sisma bonus” l’Agenzia dedicherà una guida ad hoc nella quale saranno illustrate le modalità di cessione del credito.

Interventi ammessi

Tra gli interventi ammessi all’agevolazione rientrano quelli effettuati per:

  • ricostruire o ripristinare l’immobile danneggiato da eventi calamitosi;
  • eliminare le barriere architettoniche e favorire la mobilità delle persone con disabilità gravi;
  • apposizione di cancelli, grate alle finestre, porte blindate, saracinesche installazione di videocamere;
  • cablare gli edifici e contenere l’inquinamento acustico;
  • conseguire risparmi energetici;
  • adottare misure antisismiche;
  • bonificare gli edifici dall’amianto;
  • evitare gli infortuni domestici.

Altre spese incluse nel computo

Oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, ai fini della detrazione è possibile considerare anche:

  • le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse
  • spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento
  • le spese per la messa in regola degli edifici ai sensi del DM 37/2008 – ex legge 46/90 (impianti elettrici) e delle norme Unicig per gli impianti a metano (legge 1083/71)
  • spese per l’acquisto dei materiali
  • il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti
  • le spese per l’effettuazione di perizie e sopralluoghi
  • l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e le denunzie di inizio lavori
  • gli oneri di urbanizzazione
  • gli altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi nonché agli adempimenti stabiliti dal regolamento di attuazione degli interventi agevolati (decreto n. 41 del 18 febbraio 1998).

Ulteriori agevolazioni

Il fisco incoraggia il recupero del patrimonio edilizio non soltanto con la detrazione Irpef per gli interventi effettuati. Il pacchetto delle agevolazioni è più ricco e comprende:

  • l’Iva ridotta al 10% sulle prestazioni dei servizi resi dall’impresa che esegue i lavori e, in alcuni casi, sulla cessione dei beni;
  • la detrazione per l’acquisto di box e posti auto pertinenziali già realizzati e per la costruzione di autorimesse o posti auto, anche a proprietà comune;
  • detrazione per l’acquisto o l’assegnazione di case già ristrutturate;
  • detrazione del 19% degli interessi pagati sui mutui stipulati per la ristrutturazione della casa.

Potete consultare il testo completo della Guida dell’Agenzia delle Entrate a questo link per una panoramica completa.

Trasmissione dei lavori effettuati all’ENEA

Per gli interventi che comportano un risparmio energetico occorre trasmettere all’Enea una comunicazione dei lavori effettuati. Per quelli con data di fine lavori nel 2018 l’invio della documentazione all’Enea andava effettuato entro il 1° aprile 2019 attraverso il sito http://ristrutturazioni2018.enea.it/.

Se gli interventi sono comunque terminati nel 2019 la comunicazione va trasmessa, entro 90 giorni dalla data di fine lavori, attraverso il sito https://bonuscasa2019.enea.it/. Se la data di fine lavori è compresa tra il 1° gennaio 2019 e l’11 marzo 2019, il termine di 90 giorni decorre dall’11 marzo, giorno di messa on line del sito. La mancata o tardiva trasmissione non implica, tuttavia, la perdita del diritto alle detrazioni (risoluzione n. 46/E del 18 aprile 2019).

Sul sito http://www.acs.enea.it/ristrutturazioni-edilizie/ è disponibile una guida per la trasmissione dei dati, realizzata dall’Enea, con l’elenco degli interventi per i quali è scattato il nuovo obbligo.

Come ottenere le detrazioni fiscali? ristrutturare-casa-procedure

Secondo quanto indicato dall’Agenzia delle Entrate, per usufruire della detrazione, è necessario:

  1. inviare, quando prevista, all’Azienda sanitaria locale competente per territorio, prima di iniziare i lavori, una comunicazione con raccomandata A.R., tranne nei casi in cui le norme sulle condizioni di sicurezza nei cantieri non prevedono l’obbligo della notifica preliminare alla Asl
  2. pagare le spese detraibili tramite bonifico bancario o postale, da cui devono risultare la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto beneficiario della detrazione e il codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

Per usufruire della detrazione è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione.

I documenti da esibire

Occorre, inoltre, conservare ed esibire a richiesta degli uffici i seguenti documenti (provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 2 novembre 2011 – pdf):

  • le abilitazioni amministrative in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessione, autorizzazione o comunicazione di inizio lavori). Se queste abilitazioni non sono previste è sufficiente una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui deve essere indicata la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere rientrano tra quelli agevolabili
  • domanda di accatastamento per gli immobili non ancora censiti
  • ricevute di pagamento dell’Imu, se dovuta
  • delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori e tabella millesimale di ripartizione delle spese per gli interventi riguardanti parti comuni di edifici residenziali
  • in caso di lavori effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi, dichiarazione di consenso del possessore all’esecuzione dei lavori
  • comunicazione preventiva contenente la data di inizio dei lavori  da inviare all’Azienda sanitaria locale,  se obbligatoria secondo le disposizioni in materia di sicurezza dei cantieri
  • fatture e ricevute fiscali relative alle spese effettivamente sostenute
  • ricevute dei bonifici di pagamento.

 

 

Fonte: articolo di Giusy Pappalardo
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